AGENZIA DELLE ENTRATE – Arrivano i maxi rimborsi: ma solo se hai compilato il quadro VX4 | Corri al CAF se non l’hai fatto

Agenzia delle Entrate - (cataniaoggi.it-pexels)

Agenzia delle Entrate - (cataniaoggi.it-pexels)

La nuova disciplina del rimborso del credito IVA, novità e condizioni. Scopri cosa fare per ottenerlo

Negli ultimi anni, il legislatore è intervenuto più volte sulla disciplina del rimborso del credito IVA, apportando modifiche significative sia in termini di requisiti formali che sostanziali. L’obiettivo delle riforme è stato duplice: semplificare gli adempimenti per i contribuenti più virtuosi e contrastare fenomeni di evasione e frode fiscale.

Un’importante novità introdotta dal Decreto Legislativo n. 1/2024 riguarda l’innalzamento della soglia per l’esonero dall’apposizione del visto di conformità. La soglia, precedentemente fissata a 50.000 euro, è stata elevata a 70.000 euro, sia per il rimborso che per la compensazione del credito IVA. Si tratta di un significativo alleggerimento degli obblighi formali, in particolare per i contribuenti che dimostrano un elevato grado di affidabilità fiscale.

Il beneficio derivante dalla nuova soglia non è uniforme per tutti. Con un Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 aprile 2024 è stata introdotta una graduazione dell’esonero in base al punteggio ISA ottenuto nel 2023 o, in alternativa, alla media dei punteggi nel biennio 2022-2023. Inoltre, ai sensi del D.Lgs. n. 13/2024, l’esonero spetta anche ai contribuenti che abbiano aderito al concordato preventivo biennale (CPB), a prescindere dal punteggio ISA.

Il rimborso del credito IVA può essere richiesto se l’eccedenza detraibile supera i 2.582,28 euro e va richiesto in sede di dichiarazione annuale, con la compilazione del rigo VX4 del Mod. IVA. Tuttavia, la normativa impone il rispetto di specifiche condizioni. Tra queste rientrano l’effettuazione prevalente di operazioni imponibili con aliquote inferiori rispetto a quelle degli acquisti, la presenza di operazioni non imponibili superiori al 25% del totale, e l’acquisto di beni ammortizzabili o di beni e servizi per ricerca e sviluppo.

Focus sull’aliquota media delle operazioni

Una delle principali condizioni che legittima la richiesta di rimborso è il calcolo dell’aliquota media delle operazioni attive e passive. Per ottenere il rimborso, l’aliquota media degli acquisti deve superare di almeno il 10% quella delle operazioni attive. Questo meccanismo è stato introdotto per evitare richieste strumentali di rimborso in assenza di reali sproporzioni tra IVA a credito e a debito.

Il rimborso è inoltre consentito quando le operazioni non imponibili, come esportazioni o prestazioni di servizi internazionali, superano il 25% del volume complessivo d’affari. In questo caso, la ratio della norma è quella di tutelare le imprese orientate all’export, che tipicamente accumulano IVA a credito senza possibilità di compensazione con quella a debito.

Rimborso Iva -(cataniaoggi.it-pexels)
Rimborso Iva -(cataniaoggi.it-pexels)

Altri casi ammessi di rimborso senza soglia minima

In alcune situazioni, il rimborso è ammesso anche senza il superamento della soglia minima. Ciò avviene, ad esempio, in caso di cessazione dell’attività o quando si registra un credito IVA per tre anni consecutivi. Anche i soggetti che transitano dal regime ordinario al forfetario possono richiedere il rimborso del credito risultante dall’ultima dichiarazione IVA.

Le novità introdotte mirano a rendere il sistema dei rimborsi IVA più flessibile, premiando i contribuenti affidabili e snellendo gli adempimenti. Tuttavia, resta fermo l’obbligo di documentare adeguatamente il diritto al rimborso e di rispettare i criteri sostanziali previsti dalla normativa. In quest’ottica, l’evoluzione normativa rappresenta un equilibrio tra semplificazione e controllo.