
Salvatore Cuffaro, dopo la notifica della richiesta di arresti domiciliari, ha espresso apprezzamento ai carabinieri del Ros per il modo “imparziale e accurato” con cui sarebbero state condotte le indagini, precisando che in passato non sempre era avvenuto così. I legali contestano la trascrizione di una intercettazione ritenuta errata.
PALERMO – Dopo aver ricevuto la notifica della richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura di Palermo, l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro ha manifestato ai carabinieri del Ros il proprio “compiacimento per le modalità delle indagini”, definite “minuziose e prive di condizionamenti politici”.
Secondo quanto riportato nella relazione di servizio depositata dalla Procura al giudice per le indagini preliminari, Cuffaro avrebbe sottolineato come questo approccio rappresenti una differenza “rispetto a vicende giudiziarie del passato” che lo avevano portato in carcere.
Nel corso dell’interrogatorio preventivo, l’ex governatore si è avvalso della facoltà di non rispondere, pur rendendo alcune dichiarazioni spontanee.
“È necessario un approfondimento del compendio probatorio – spiegano i legali Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto – prima di confrontarsi con le contestazioni, in particolare per quanto riguarda il contenuto delle intercettazioni”.
La difesa ha contestato la correttezza della trascrizione di una intercettazione ambientale ritenuta “errata in un punto centrale per la configurabilità del reato contestato” in concorso con Alessandro Vetro, Carmelo Pace e Giovanni Giuseppe Tomasino.
“Non compare la parola ‘soldi’ e la frase indicata non è stata pronunciata da Cuffaro”, sostengono i due avvocati.
La nota dei difensori conclude affermando che “nell’udienza camerale è stata eccepita l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente le presunte dichiarazioni spontanee attribuite al loro assistito e da lui formalmente disconosciute”.
Tale relazione si riferisce al breve dialogo che l’ex presidente avrebbe avuto con i militari al momento della notifica del provvedimento.
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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.