Paternò dopo lo scioglimento: la Chiesa conferma Santa Barbara e chiede responsabilità
Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose apre una frattura politica profonda: la Chiesa invita alla responsabilità, mentre i paternesi attendono risposte.
A Paternò la fede continua il suo cammino, ma la politica si ferma davanti a uno dei passaggi più traumatici della storia amministrativa recente. La decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose ha colpito una città già segnata da mesi di tensioni, lasciando sul campo interrogativi politici pesanti e un clima di sfiducia senza precedenti.
Mentre le istituzioni affrontano le prime conseguenze del provvedimento – commissariamento, atti sospesi, responsabilità da accertare – la Chiesa locale prende posizione con toni che vanno oltre il semplice sostegno spirituale. Il clero, guidato dal vicario foraneo don Salvatore Alì, conferma lo svolgimento delle celebrazioni di Santa Barbara, ma allo stesso tempo rivolge un messaggio diretto alla classe politica.
«La nostra città non meritava di arrivare a questo punto», scrivono i sacerdoti, ricordando che lo scioglimento rappresenta una ferita non solo amministrativa ma civile, capace di incidere sul senso di appartenenza della comunità. Un giudizio severo, che richiama implicitamente le responsabilità delle forze politiche che hanno governato negli ultimi anni.
Il clero invita esplicitamente a riflettere sulle «cause profonde della crisi», un’espressione che, letta nel contesto attuale, assume un significato politico inequivocabile. Non si parla solo di illegalità, ma di scelte, equilibri e modalità di gestione che – secondo l’analisi della Chiesa – hanno contribuito a creare un clima di sfiducia e opacità all’interno del tessuto amministrativo.
Nel frattempo, la città vive giornate di smarrimento. La maggioranza uscente si difende, l’opposizione attacca, mentre la popolazione attende risposte concrete. Le celebrazioni di Santa Barbara diventano così un banco di prova simbolico: la volontà di proseguire la festa è anche un modo per affermare che la comunità non vuole essere definita dalle scelte della politica, ma chiede che la politica stessa faccia un passo indietro e si assuma le proprie responsabilità.
Il nodo resta uno: il futuro amministrativo e politico di Paternò. Lo scioglimento imprime una svolta inevitabile, che impone un confronto serio e trasparente su ciò che non ha funzionato. La città attende che questo passaggio non si trasformi in un semplice intermezzo istituzionale, ma diventi l’inizio di una rigenerazione politica capace di porre al centro legalità, competenza e responsabilità.
