Il Consiglio dei ministri ha sciolto il Comune di Paternò per infiltrazioni mafiose, aprendo un percorso istituzionale che impone responsabilità e trasparenza nella gestione pubblica.
La decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Paternò, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, segna un passaggio di rilievo per la città. L’ente sarà guidato per diciotto mesi da una commissione straordinaria, in seguito alla relazione stilata dalla commissione di accesso antimafia nominata dall’allora prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi.
Lo scioglimento arriva dopo l’operazione antimafia Athena, condotta nell’aprile 2024 dai Carabinieri della Compagnia di Paternò, che portò all’apertura di un’indagine per voto di scambio politico-mafioso. Tra gli imputati figurano il sindaco Nino Naso, l’ex assessore Turi Comis, l’amministratore Pietro Cirino, oltre a esponenti della criminalità organizzata ritenuti vicini al clan Laudani.
Le reazioni istituzionali
L’on. Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ha commentato la decisione sottolineando il peso istituzionale di questa scelta: «È una pagina dolorosa che lascia un segno profondo e che deve essere affrontata con senso di responsabilità. L’auspicio è quello di avviare subito un percorso di ricostruzione istituzionale e comunitaria».
Il sindaco Nino Naso, tramite un messaggio diffuso sui social, ha invece rivendicato la correttezza dell’azione amministrativa svolta negli anni: «I nostri atti sono sempre stati improntati alla legalità. Il provvedimento non ci sorprende, ma dimostra come certe dinamiche politiche possano danneggiare un’intera comunità. Astio e odio hanno alimentato ricostruzioni prive di fondamento».
Una fase che richiede responsabilità
La scelta del Governo non rappresenta una sentenza sulle responsabilità individuali, che saranno eventualmente accertate dalla magistratura nel pieno rispetto del principio di presunzione d’innocenza, ma una misura di tutela istituzionale. La fase commissariale avrà il compito di garantire legalità, stabilità amministrativa e continuità dei servizi.
Per Paternò si apre dunque un periodo complesso ma necessario: un’occasione per ristabilire trasparenza, rafforzare la fiducia nelle istituzioni e ricostruire un rapporto solido tra amministrazione e cittadinanza. La ripartenza passa da un impegno condiviso, capace di superare contrapposizioni e riportare al centro il buon governo della cosa pubblica.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
