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Agenzia delle Entrate - (cataniaoggi.it-pexels)

Controlli fiscali estesi anche a familiari e conviventi, la svolta della Cassazione: un nuovo perimetro per le verifiche fiscali

Con l’ordinanza n. 13761/2025, la Corte di Cassazione introduce una significativa novità nella lotta all’evasione fiscale, autorizzando l’Agenzia delle Entrate ad estendere i propri controlli anche ai conti bancari di familiari, conviventi e soci in affari del contribuente. La decisione si fonda sull’esigenza di contrastare le sempre più sofisticate strategie di occultamento di redditi e patrimoni, che spesso passano attraverso intestazioni fittizie o utilizzo di conti correnti intestati a terzi ma di fatto riconducibili al soggetto sotto indagine.

La base giuridica del nuovo orientamento giurisprudenziale è l’articolo 32 del D.P.R. 600/1973, che attribuisce all’Amministrazione finanziaria il potere di considerare fiscalmente rilevanti tutte le movimentazioni bancarie, salvo prova contraria. Di conseguenza, spetta al contribuente dimostrare, con documentazione puntuale e dettagliata, che tali operazioni non rappresentano redditi non dichiarati o che sono già state inserite correttamente nella dichiarazione dei redditi. Si conferma dunque l’inversione dell’onere della prova, con una responsabilità probatoria rafforzata a carico del contribuente.

A supporto delle indagini, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, un database digitale che raccoglie informazioni aggiornate su conti correnti, carte, depositi e strumenti finanziari. Questo sistema consente il monitoraggio e l’incrocio delle informazioni bancarie con le dichiarazioni fiscali presentate, evidenziando in modo tempestivo eventuali discrepanze che possano far emergere condotte evasive. Con la sentenza in oggetto, anche i dati relativi a soggetti terzi potranno essere valutati, purché vi siano indizi oggettivi.

Il principio affermato dalla Cassazione non apre a controlli indiscriminati, ma prevede una soglia probatoria che giustifichi l’estensione dell’indagine a familiari e conviventi. In particolare, deve emergere una concreta ipotesi di intestazione fittizia, ossia l’uso dei conti altrui per occultare redditi o beni. Non è quindi sufficiente la semplice parentela o coabitazione: occorrono elementi specifici e documentati che indichino un collegamento diretto con il contribuente oggetto dell’accertamento.

Gli “elementi spia” di possibili condotte elusive

La Corte ha individuato alcuni indici sintomatici che possono autorizzare i controlli estesi. Tra questi rientrano l’ingiustificata capacità reddituale del congiunto, la presenza di attività economiche compatibili con la produzione di redditi maggiori rispetto a quelli dichiarati, e la rilevata infedeltà fiscale del contribuente principale. A questi si aggiungono le relazioni familiari strette o di convivenza che possano giustificare un trasferimento fittizio di beni e fondi.

La sentenza fa riferimento a precedenti giurisprudenziali che avevano già introdotto, in forma meno esplicita, il principio di estensione dei controlli. In particolare, le pronunce n. 549/2020 e n. 26173/2011 avevano posto l’attenzione sull’analisi delle movimentazioni bancarie come strumento per contrastare forme sofisticate di evasione, con richiami specifici al legame tra il titolare del conto e il soggetto indagato.

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Maggiore attenzione nella gestione patrimoniale familiare

Alla luce di questo orientamento, sarà sempre più importante per i contribuenti adottare una gestione trasparente e documentata dei rapporti economici con i propri familiari e conviventi. L’uso condiviso di conti, carte o beni patrimoniali dovrà essere tracciabile e giustificato, per evitare che eventuali discrepanze possano essere interpretate come tentativi di elusione fiscale.

La pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta un’evoluzione concreta nella strategia di contrasto all’evasione fiscale, che si adegua alla complessità delle operazioni messe in atto da contribuenti infedeli. L’estensione dei controlli a soggetti collegati rafforza l’efficacia delle verifiche, ma richiede anche un uso equilibrato e rispettoso dei diritti dei cittadini, in un’ottica di legalità e proporzionalità.