Rivoluzione 104, l’INPS ha già deciso: cambia per sempre il sistema dei permessi | Da ora il disabile dovrà arrangiarsi da solo

Disabile (cataniaoggi.it-pexels)

Legge 104, la Cassazione tutela il lavoratore e inserisce l’onere della prova al datore: la pronuncia della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23185 del 12 agosto 2025, ha confermato un principio fondamentale in materia di permessi ex Legge 104/1992: l’onere di provare l’uso improprio dei permessi spetta al datore di lavoro. La sentenza sottolinea inoltre che l’assistenza al familiare invalido non deve coincidere necessariamente con l’orario di lavoro, ma deve essere effettiva e rispondente alle esigenze del familiare.

La pronuncia riguarda un lavoratore licenziato dalla società presso cui prestava servizio perché accusato di aver utilizzato in maniera impropria i permessi per assistere la madre invalida. Secondo il datore di lavoro, il dipendente sarebbe stato visto al mare con il figlio in due giornate di agosto, tra le ore 8:00 e le 13:00, sollevando dubbi sull’effettiva assistenza fornita alla madre durante i giorni di permesso.

In primo grado, il Tribunale di Trani aveva ritenuto legittimo il licenziamento, considerando la presunta assenza di assistenza durante le ore di permesso come motivo sufficiente per la sanzione disciplinare. La decisione iniziale si basava principalmente sulle osservazioni di pedinamento effettuate dal datore di lavoro.

Il lavoratore aveva impugnato la sentenza e la Corte d’Appello di Bari aveva ribaltato la decisione del Tribunale. La Corte territoriale ha disposto il reintegro del dipendente e il pagamento di un’indennità risarcitoria fino a dodici mensilità. I giudici hanno sottolineato le carenze probatorie del datore di lavoro, rilevando che non era dimostrato che l’assistenza alla madre non fosse stata prestata in orario serale e notturno.

Il ricorso in Cassazione

Avverso la sentenza della Corte d’Appello, la società ha presentato ricorso per Cassazione, sostenendo la legittimità del licenziamento per presunto uso improprio dei permessi. La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha rigettato il ricorso confermando la decisione della Corte d’Appello di Bari e ribadendo principi chiave sulla tutela del lavoratore.

La Suprema Corte ha ricordato che spetta al datore di lavoro dimostrare l’abuso o la condotta fraudolenta del dipendente. Il licenziamento per giusta causa, infatti, costituisce un rimedio estremo e non può essere applicato senza prove certe. In questo caso, le osservazioni del pedinamento non erano sufficienti a provare un uso improprio dei permessi.

Inps (cataniaoggi.it-inps)

Orario di lavoro e assistenza effettiva

I giudici hanno inoltre precisato che la Legge 104 non richiede che l’assistenza coincida con l’orario lavorativo. Ciò che conta è che l’assistenza sia adeguata alle necessità sanitarie del familiare. Nel caso in esame, le cure necessarie erano soprattutto serali e notturne, rendendo irrilevanti le attività svolte dal lavoratore nelle ore diurne.

Il ricorso della società è stato respinto, con condanna al pagamento delle spese legali. La sentenza rappresenta un importante richiamo al rispetto dei diritti dei lavoratori tutelati dalla Legge 104, ribadendo che l’onere probatorio spetta al datore di lavoro e che l’assistenza deve essere valutata nella sua complessità, non limitata agli orari d’ufficio.