Catania, fa una scoperta terribile e scompare nel nulla: giallo su uno dei più grandi scienziati al mondo | “Ho preso una decisione inevitabile, non serbatemi rancore”

Scoperta scientifica (cataniaoggi.it-pexels)

Ettore Majorana, il genio invisibile tra scienza e mistero un talento fuori dal tempo che fece perdere le sue tracce

Nato a Catania nei primi anni del Novecento, Ettore Majorana mostrò fin dall’infanzia una predisposizione straordinaria per la matematica e il pensiero astratto. Mentre i suoi coetanei si dedicavano al gioco, lui risolveva complesse equazioni con una naturalezza disarmante. Questo precoce talento lo condusse presto a Roma per studiare ingegneria, ma il destino lo spinse altrove, grazie all’incontro con Enrico Fermi, figura chiave della fisica italiana.

Fermi, colpito dal potenziale di Majorana, lo convinse a cambiare strada e a unirsi al gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, un nucleo di giovani brillanti che avrebbe cambiato per sempre la fisica moderna. In quel contesto, Majorana si fece notare per la sua capacità di elaborare teorie complesse e per la sua comprensione profonda della struttura della materia. Le sue intuizioni, spesso incomprese persino dai colleghi, lo resero una figura quasi leggendaria nel panorama scientifico.

Nel 1937, Majorana pubblicò una delle sue poche opere scientifiche, in cui ipotizzava l’esistenza di particelle che fossero contemporaneamente materia e antimateria: i cosiddetti “fermioni di Majorana”. Questa idea, all’epoca visionaria, è oggi alla base di ricerche avanzate in ambiti come la materia oscura e l’informatica quantistica. Nonostante la sua produzione scientifica fosse limitata, le implicazioni delle sue teorie sono ancora al centro del dibattito scientifico.

Contrariamente a molti colleghi, Majorana mostrò un’inquietudine profonda verso l’uso militare della scienza. Con l’Europa sull’orlo della guerra e l’ascesa della fisica nucleare come strumento bellico, egli si allontanò sempre più dalla comunità scientifica. Rifiutò di prendere parte a progetti come il Progetto Manhattan e si isolò, preferendo il silenzio all’euforia delle conferenze e dei riconoscimenti.

Un docente enigmatico a Napoli

Nel 1937, ottenne una cattedra all’Università di Napoli. Gli studenti rimanevano affascinati e spaesati dalle sue lezioni, spesso dense di concetti astratti e prive di spiegazioni convenzionali. L’aura di mistero che lo circondava si intensificava, alimentata dalla sua riservatezza e dalla scelta di non pubblicare molte delle sue scoperte, per timore delle loro possibili conseguenze.

Il 25 marzo 1938, Majorana scomparve senza lasciare tracce. Dopo aver ritirato dei soldi e acquistato un biglietto per Palermo, inviò una lettera a Carrelli, suo superiore, lasciando intendere una decisione irrevocabile, seguita poche ore dopo da un telegramma contraddittorio. Sebbene il suo biglietto fosse usato anche per il ritorno, nessuno lo vide mai più. La sua sparizione generò una miriade di teorie, dal suicidio alla fuga in Sud America, senza che nessuna potesse essere confermata.

Ettore Majorana (cataniaoggi.it-raiscuola)

Un mistero ancora aperto

Nel corso dei decenni, il fascino di Majorana è cresciuto. Nel 2011, alcune fotografie emerse dal Venezuela riaccesero le ipotesi su una possibile fuga, ma anche quelle vennero archiviate come inconcludenti. Il National Geographic ha sottolineato come Majorana, come i fermioni da lui teorizzati, sia divenuto “inosservabile”, una presenza intangibile tra la realtà e il mito.

Il contributo di Majorana alla scienza va ben oltre le pubblicazioni lasciate. Le sue intuizioni visionarie sono oggi pilastri di settori d’avanguardia, mentre il mistero della sua fine continua ad affascinare storici, fisici e appassionati. Ettore Majorana resta una figura sospesa tra la leggenda e la scienza, un simbolo di come il genio possa talvolta scegliere il silenzio per proteggere il futuro.