Galvagno: “Regole chiare su auto blu e fondi, ma niente dimissioni finché non parlerà il giudice”

Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana a quanto pare indagato per corruzione e peculato, alla Cerimonia del Ventaglio di Palazzo dei Normanni ripercorre le accuse, difende i suoi collaboratori e chiarisce che non lascerà l’incarico in assenza di un rinvio a giudizio. Ha rinunciato all’auto di servizio perché, spiega, il regolamento interno non è “tassativamente chiaro”; per questo ha chiesto al segretario generale di redigere norme “da scuola elementare” che eliminino ogni ambiguità per chi verrà dopo di lui. Ribadisce che la scelta non sana la sua posizione ma previene errori futuri.

Sabrina De Capitani, ex portavoce dimessasi dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati nello stesso fascicolo, viene dipinta come una professionista preziosa: «Grazie ai rapporti che ha costruito la Fondazione Federico II è cresciuta moltissimo; se ha commesso errori, credo si tratti di leggerezze, non di malafede». Galvagno insiste di non volerla “massacrare”. Quanto al proprio destino politico, il presidente sottolinea che non ha ricevuto né avviso di conclusione indagini né richiesta di rinvio a giudizio, e che nessun gruppo parlamentare ha invocato le sue dimissioni. A suo avviso dimettersi prima di un pronunciamento del giudice sarebbe «quantomeno prematuro». Nel frattempo la sua posizione sarà valutata dai probiviri di Fratelli d’Italia, che egli incontrerà nei prossimi giorni, pronto a consegnare ogni documento utile.

Sul capitolo delle cosiddette “norme mancia”, Galvagno rivendica la collegialità dell’attuale legislatura: «Le leggi sono state votate da tutte le forze politiche; ho proposto una legge‑quadro con criteri oggettivi per i contributi alle associazioni e rinnovo l’appello a un’intesa anche per i Comuni, tenendo conto delle necessità di quelli più piccoli». Ribadisce il suo ruolo di “arbitro” e non di “sovrano monocratico”, garantendo che continuerà a favorire la sintesi tra i gruppi.

Infine, assicura piena collaborazione con la procura: «Sto mantenendo un profilo di massima responsabilità, rispondendo a ogni richiesta degli inquirenti. Se potessi tornare indietro, installerei una telecamera del Grande Fratello per mostrare ogni passaggio». In attesa dei prossimi sviluppi giudiziari, Galvagno resta quindi saldo alla guida dell’Ars, convinto che la chiarezza delle regole e la verifica davanti ai giudici saranno le uniche strade per dissipare ogni ombra.