Pierluigi Di Rosa, il private banker che ha scelto la verità: Sudpress torna in edicola quando tutti chiudono
Da private banker avrebbe potuto scegliersi una vita comoda, protetta, remunerata. Pierluigi Di Rosa ha preferito l’altra strada: quella dell’informazione. Una strada sconnessa, piena di trappole, in cui la ricerca della verità costa fatica, querele, solitudini e un numero imprecisato di nemici. Ma anche una strada in cui, con forza e determinazione – quelle che molti gli riconoscono da sempre – è riuscito a tenere in vita un giornale che è diventato riferimento quotidiano per procure, investigatori, cittadini curiosi e lettori che vogliono capire davvero come funzionano gli enti pubblici, dove finiscono i confini della legalità e dove comincia l’illegalità.
Il ritorno al cartaceo di SUD, cuore antico di Sudpress, non è un vezzo nostalgico: è una necessità civile. In un’epoca in cui l’informazione è liquida, algoritmica, addomesticata, serve carta vera, inchiostro pungente, coscienza vigile. Serve la lentezza di una pagina che non scorre col dito ma si stropiccia tra le mani, costringendo a leggere, rileggere, riflettere. È un gesto controcorrente proprio mentre i giornali chiudono, riducono, arretrano. Sudpress no: rilancia. Perché se il potere ha paura della stampa libera, allora – come ripete Di Rosa – significa che si sta facendo bene il proprio lavoro.
In oltre quindici anni Sudpress ha incarnato lo spirito anglosassone del giornalismo d’inchiesta: scomodo, intransigente, allergico ai comunicati stampa, impermeabile alle pressioni. Nel tempo il gruppo si è evoluto e ha moltiplicato le sue anime: SudSALUTE, SudGUSTO, SudSPORT, SudARTE, SudHITECH, SudSTYLE, SudLIFE. Ognuna con una voce propria, tutte accomunate da uno stesso metodo: spirito critico, servizio pubblico, nessuna riverenza. E adesso è “in arrivo SudPALERMO: per raccontare la capitale di un regno diventato scandalo”, promessa che suona come un avvertimento ai conformisti e un invito ai lettori più esigenti. Accanto alla carta, la partecipazione. Con i SudTALK, format radiofonici e televisivi in diretta ogni settimana, realizzati in partnership con Radio Studio Centrale TV, il confronto si fa pubblico, aperto, verificabile. Non veline, non palazzi, ma persone. Idee, esperienze, contraddizioni di una città e di una Sicilia che non si rassegnano.
L’obiettivo resta lo stesso di sempre: fornire strumenti per decifrare le dinamiche opache del potere, raccontare i retroscena che nessuno ha interesse a rivelare, smontare narrazioni ufficiali, denunciare storture, dare voce a chi non ne ha. Affermare l’Etica come categoria dell’efficienza e dell’interesse generale, combattere la spregiudicatezza, rivendicare la morigeratezza in un tempo di sofferenze collettive. Ripudiare l’arroganza di un potere tanto più autoritario quanto più inadeguato. Il ritorno di SUD su carta è, dunque, un atto di coraggio e coerenza. Un ritorno alle origini per guardare meglio il futuro. Un invito alla lettura lenta, riflessiva, impegnata. È il giornalismo che sceglie di sporcarsi le mani – e di lasciare inchiostro sulle dita dei lettori. Sudpress è tornato. Più determinato che mai. Con la stessa missione di sempre: essere cane da guardia dei poteri. Perché la verità non si algoritmizza e la coscienza non si compra.