Bollette dimezzate quando piove: l’opinione degli scienziati è unanime | L’energia ci costa meno, fate le lavatrici in questi giorni
Bucato quando piove - (cataniaoggi.it-pexels)
Pioggia che illumina: un nuovo metodo per produrre energia elettrica, si tratta di una scoperta rivoluzionaria
L’energia elettrica generata dall’acqua non è una novità nel mondo dell’ingegneria, ma fino ad oggi si era sempre trattato di sfruttare grandi masse d’acqua in movimento, come nei sistemi idroelettrici. Oggi, però, un team di ingegneri della National University of Singapore, guidati da Siowling Soh, ha compiuto un importante passo avanti: sono riusciti a ottenere energia elettrica non dal flusso continuo dell’acqua, ma da semplici gocce di pioggia che attraversano un tubo sottile.
La chiave del nuovo metodo risiede nella separazione delle cariche elettriche. Quando una goccia d’acqua attraversa un tubo conduttivo, le particelle cariche si separano: gli ioni idrossido negativi si accumulano sulle pareti del tubo, mentre gli ioni idrogeno positivi rimangono nel liquido. Questa separazione genera una differenza di potenziale che, se ben sfruttata, può essere convertita in energia elettrica. Finora, tale effetto era stato ottenuto solo in misura minima, ma il nuovo studio ha dimostrato come potenziarlo in modo significativo.
Il vero colpo di genio del team è stato introdurre aria nel sistema. Anziché lasciar scorrere l’acqua liberamente, hanno permesso che le gocce si muovessero attraverso sacche d’aria all’interno del tubo. Questo ha dato origine a un flusso irregolare chiamato “flusso di pattern”, in grado di potenziare l’effetto della separazione delle cariche in modo esponenziale. Con questa tecnica, la quantità di energia prodotta è risultata quasi 100.000 volte maggiore rispetto al sistema tradizionale.
Fondamentale è stata anche la scelta delle dimensioni del tubo. I ricercatori hanno scoperto che un diametro di soli 2 millimetri ottimizza la separazione delle cariche, rendendo il sistema molto più efficiente. Questa scelta ha permesso di amplificare l’effetto delle gocce che attraversano le sacche d’aria, concentrando maggiormente la generazione di energia in un’area limitata.
L’esperimento pratico e i risultati sorprendenti
Durante i test di laboratorio, gli ingegneri hanno utilizzato quattro tubi conduttivi, lunghi 32 centimetri ciascuno, attraverso i quali le gocce cadevano su una piastra in acciaio inossidabile collegata a un circuito. Il sistema ha funzionato perfettamente: dopo appena 20 secondi di attività, è stato possibile accendere 12 lampadine a LED in modo continuo, dimostrando così l’efficacia dell’approccio.
Secondo Soh, il sistema potrebbe rivelarsi estremamente utile in ambienti dove la pioggia è frequente, come i paesi tropicali. Singapore, dove è stato condotto lo studio, è un esempio ideale di ambiente in cui questo tipo di energia alternativa può trovare applicazione concreta. Il potenziale per integrare questa tecnologia in edifici, strutture pubbliche o persino ombrelli intelligenti è molto ampio.
Verso una società più sostenibile
L’energia piovana, come sottolineato dal team, non è pensata per sostituire completamente le fonti tradizionali, ma per integrarle e renderle più sostenibili. Ogni goccia può contribuire a un futuro più verde, riducendo la dipendenza da combustibili fossili e abbattendo le emissioni nocive. È un approccio che guarda alla natura non solo come risorsa, ma come alleata nel processo di transizione energetica.
Il lavoro del team guidato da Siowling Soh apre una nuova frontiera nella ricerca sulle energie rinnovabili. Con il perfezionamento della tecnologia e la sua possibile miniaturizzazione, non è escluso che in futuro la pioggia possa diventare una vera fonte di energia pulita quotidiana. Dopotutto, trasformare un evento naturale così comune in elettricità è un sogno che potrebbe presto diventare realtà.