Alimenti senza glutine: non mangiarli più, in 10 giorni ingrassi 3 kg | Sono peggio di un croissant, ecco cosa ci mettono

Mettere su chili (cataniaoggi.it-pexels)

Il mercato dei prodotti gluten free in Italia, attenzione a non fare confusione tra glutine e carboidrati

In Italia circa il 21% dei consumatori acquista regolarmente prodotti gluten free, ossia alimenti confezionati privi di glutine pensati per chi è celiaco o intollerante. Si tratta di un settore in continua crescita: secondo una ricerca di Assoutenti, nel 2022 il mercato ha raggiunto un valore di circa 400 milioni di euro. Tuttavia, il numero di persone con celiachia diagnosticata nel nostro Paese è molto inferiore: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 erano poco più di 215.000.

Il fenomeno gluten free va oltre la necessità medica: molti consumatori scelgono questi prodotti per motivi di stile di vita o per seguire le tendenze alimentari. In parte, il successo deriva dalle dichiarazioni di vip e personaggi pubblici che hanno raccontato di aver intrapreso diete prive di glutine. Questo ha generato un effetto imitativo, amplificato dalla percezione psicologica secondo cui “senza” significhi automaticamente più sano o leggero.

Molti consumatori confondono il glutine con i carboidrati, associando automaticamente la sua assenza a un’alimentazione più leggera. In realtà, il glutine non è un carboidrato ma un complesso proteico presente soprattutto in frumento, orzo e segale. Di conseguenza, eliminare il glutine non riduce automaticamente l’apporto di carboidrati, né implica benefici diretti sul peso o sulla salute metabolica.

Per chi non è celiaco, l’opzione più salutare resta l’integrazione di alimenti naturalmente privi di glutine. Cereali come riso, mais, quinoa, amaranto, sorgo o pasta di grano saraceno e teff possono arricchire la dieta, garantendo varietà nutrizionale senza rinunciare al gusto. Questi alimenti non presentano gli stessi picchi glicemici dei prodotti confezionati e offrono nutrienti fondamentali per un’alimentazione equilibrata.

I limiti dei prodotti confezionati

I prodotti gluten free confezionati, se consumati da persone non celiache, possono presentare un indice glicemico più elevato rispetto agli equivalenti tradizionali. Ciò significa che gli zuccheri presenti nel prodotto raggiungono più rapidamente il sangue, aumentando il picco glicemico e, nel lungo periodo, il rischio di sviluppare patologie metaboliche come il diabete di tipo 2. Non si tratta necessariamente di più zuccheri o grassi, ma di un effetto fisiologico legato alla composizione del prodotto.

Molti scelgono i prodotti gluten free perché percepiscono un sollievo da gonfiore addominale o altri disturbi gastrointestinali. In alcuni casi, queste sensazioni possono indicare intolleranze o celiachia non diagnosticata, ma eliminare autonomamente il glutine può falsare le analisi e rendere difficile individuare correttamente il problema. È sempre consigliabile rivolgersi a uno specialista prima di modificare drasticamente la dieta.

Alimenti senza glutine (cataniaoggi.it-pexels)

Evoluzione della qualità dei prodotti

Negli anni, l’industria gluten free ha migliorato significativamente la qualità dei suoi prodotti. Se all’inizio molti alimenti erano carenti di nutrienti e ricchi di zuccheri o grassi, oggi i grandi produttori prestano maggiore attenzione alla composizione, garantendo alternative più equilibrate. Tuttavia, l’indice glicemico resta generalmente più alto rispetto ai prodotti con glutine.

In sintesi, chi non è celiaco non ha motivi medici per preferire i prodotti confezionati gluten free. La scelta migliore rimane privilegiare alimenti naturalmente privi di glutine, variando cereali e farine per arricchire la dieta. I prodotti confezionati possono essere occasionalmente utili, ma non offrono vantaggi intrinseci rispetto agli equivalenti tradizionali e, se consumati frequentemente, potrebbero avere effetti indesiderati sul metabolismo.