La Sicilia, cambio di guardia: Palella Holdings acquista il quotidiano dopo 80 anni
Il 26 maggio 2025 segna uno spartiacque per l’editoria siciliana. «La Sicilia» – quotidiano fondato nel 1945 dall’avvocato Domenico Sanfilippo e guidato ininterrottamente dalla sua famiglia – passa al controllo di Palella Holdings, il family office dell’imprenditore italo-americano Salvatore Palella, acese di nascita e newyorkese d’adozione. L’operazione, perfezionata attraverso il Sicily Investment Fund, comprende l’intera Dse Spa, storica casa editrice, e la partecipazione in Ansa Sicilia: non un semplice trasferimento di pacchetti azionari, ma l’avvio dichiarato di una “quinta stagione” della testata, dopo fondazione, radicamento nel capoluogo etneo, espansione provinciale e resistenza alle crisi. Palella, 42 anni, con esperienze dalla micromobilità al foodtech, scommette su un binomio: innovare senza snaturare.
Nell’immediato verranno varati una app ridisegnata, podcast tematici, newsletter bilingui e un potenziamento della redazione social per parlare ai milioni di siciliani che vivono fuori dall’Isola; il marchio “Sicilia”, fra i brand geografici più conosciuti al mondo, diventerà piattaforma mediatica multipaese. Accanto alla nuova cabina di regia resta una figura di continuità: Santo Russo, 57 anni, confermato amministratore unico di Dse Spa. Nell’organigramma spicca anche Gianluca Spriano, 45 anni, CFO di Palella Holdings e ora amministratore delegato della società editoriale: «Questa acquisizione è un atto di fiducia nelle potenzialità della Regione: preserviamo l’identità del quotidiano innestandovi una cultura d’impresa globale».
Il direttore Antonello Piraneo, confermato alla guida, parla di «curiosità, entusiasmo e senso di responsabilità» di una squadra che il presidente Sergio Mattarella ha definito autorevole e indipendente nel messaggio per l’ottantesimo della testata. Il contesto rimane complesso: calo strutturale della carta, pubblicità drenata dalle Big Tech, IA che riscrive tempi e modalità di produzione delle notizie. «La Sicilia» reagisce puntando su qualità e comunità: modelli linguistici per trascrizioni e fact-checking, ultimo vaglio umano, abbonamenti flessibili, membership con eventi sul territorio e laboratori open-data per rinsaldare il patto con i lettori dell’Isola e della diaspora.
A salutare i lettori è Domenico Ciancio Sanfilippo, figlio di Mario e presidente uscente: nella sua lettera ricorda «successi e difficoltà» superati con «lavoro e realismo» e affida ai nuovi proprietari il compito di «custodire e innovare» un’informazione onesta e democratica, promettendo di collaborare ancora, grato al padre «grande maestro». Il dossier include un ricco portafoglio di beni: la riconversione della Centrale del Latte di Catania (22 mila mq di archeologia industriale) in campus editoriale e incubatore di start-up e il trasferimento della redazione in un palazzo liberty di corso Italia ristrutturato secondo criteri green. Dopo le quattro tappe storiche, la quinta stagione guarda oltre lo Stretto: in gioco non c’è solo il futuro di una testata, ma la sostenibilità di un giornalismo che scavi, contestualizzi e faccia servizio pubblico.
Mi auguro che «La Sicilia», quotidiano più amato dell’Isola – e non solo – diventi volano di sviluppo per la nostra terra: l’innovazione è la via maestra, ma la spinta arriverà soprattutto dai giovani, la cui creatività può portare idee nuove in una sfida globale contro giganti del web che spesso riducono la centralità di un’informazione verificata e costruttiva; difendiamo la verifica dei fatti, coltiviamo talenti locali, costruiamo un giornalismo che illumini – anziché inseguire – i trend social, per affrontare un futuro ricco di sfide con la qualità prima ancora che con la quantità.