Riesame annulla il sequestro dei beni di Giovanna Genovese: accolto il ricorso difensivo

La quinta sezione penale del Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro dei beni eseguito nei confronti di Giovanna Genovese, moglie dell’imprenditore Mario Umberto De Felice, indagata per appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale nell’ambito dell’inchiesta della Procura etnea sulla società La Celere Srl, dichiarata fallita nel 2009 e di cui De Felice era legale rappresentante. Il sequestro era stato disposto dalla Guardia di Finanza sulla base dell’ipotesi accusatoria secondo cui Genovese, in concorso con il marito, avrebbe sottratto il patrimonio aziendale della società trasferendo attività e portafoglio clienti a favore della La Celere Technology Srl, rappresentata da lei stessa ma, secondo la Procura, gestita di fatto dal coniuge.
Durante le indagini preliminari, nel 2012, i due coniugi erano già stati sottoposti a misure cautelari, patrimoniali e personali, tra cui il sequestro delle quote della nuova società e di due immobili. Il processo di primo grado, conclusosi nel 2024, aveva portato alla condanna di Giovanna Genovese per bancarotta fraudolenta. Con l’istanza di riesame, l’avvocato Mario Brancato ha sostenuto che l’indagata non aveva mai adottato comportamenti elusivi degli obblighi risarcitori e che la pretesa risarcitoria era già stata soddisfatta tramite un accordo transattivo sottoscritto nel 2022: 130.000 euro da versare in 12 rate a cura della società beneficiaria della cessione fraudolenta. Inoltre, è stato evidenziato che l’interessata dispone di un patrimonio immobiliare sufficiente a garantire eventuali obblighi di risarcimento, escludendo il pericolo di dispersione delle garanzie patrimoniali.
Accogliendo le motivazioni della difesa, il Tribunale del Riesame ha disposto la restituzione dei beni sequestrati, ritenendo fondate le argomentazioni presentate. La decisione è stata confermata dal procuratore generale Carmelo Zuccaro, che ha precisato che «la parte destinataria del provvedimento di sequestro conservativo ha dimostrato di aver soddisfatto le pretese risarcitorie e di non aver mai eluso i propri obblighi patrimoniali». La restituzione dei beni rappresenta un passaggio cruciale per la vicenda giudiziaria legata al fallimento de La Celere, segnando un nuovo capitolo nell’inchiesta etnea che vede coinvolti imprenditori e professionisti per reati economico-finanziari.