Faraci su La Sicilia: “Tre estensioni della metro possono cambiare Catania e il Sud-Est”
Questa mattina il quotidiano La Sicilia ha pubblicato un intervento del docente di Management dell’Università di Catania, Rosario Faraci, che richiama l’attenzione sulle grandi opportunità infrastrutturali che la città e l’intero Sud-Est non possono permettersi di perdere. «La Sicilia sta vivendo una fase storica per il rilancio infrastrutturale, ma rischia di perdere il treno del Pnrr – afferma Faraci –. Il Piano nazionale scade nel 2026: non si potranno più appaltare nuovi lavori, ma ci sono ancora risorse per finanziare studi di fattibilità. È qui che la politica regionale deve dimostrare visione e responsabilità, senza lasciarsi distrarre da campagne elettorali e polemiche sterili».
Il professore individua tre direttrici decisive per lo sviluppo della mobilità catanese e del Sud-Est: «La metro deve estendersi verso la zona industriale di Pantano d’Arci, arrivare a Paternò e collegarsi con il porto di Augusta. Sono tre assi strategici che potrebbero cambiare radicalmente il volto di Catania». Sulla zona industriale sottolinea i numeri: «Parliamo di 2.000 ettari di superficie, con circa 400 imprese e 12.000 addetti: da sola rappresenta il 15% della manifattura siciliana. Qui molte aziende hanno già programmato investimenti importanti e in futuro potrebbero insediarsi fino a 20.000 nuovi lavoratori. Portare la metro fin dentro quest’area significherebbe abbattere i costi di trasporto e ridurre le emissioni di 53.000 tonnellate di CO2 l’anno. Sarebbe un investimento con ritorni enormi».
Non meno rilevante, secondo Faraci, l’estensione verso Paternò: «Connettere la metro fino a Misterbianco e oltre – spiega – vuol dire offrire un collegamento rapido e sostenibile per migliaia di pendolari, riducendo traffico e inquinamento. Trasformerebbe la mobilità dell’intera area metropolitana, con benefici immediati per cittadini e imprese». Il terzo asse riguarda Augusta: «Integrare la metro con il nuovo scalo portuale – osserva – darebbe a Catania un ruolo cruciale nei traffici commerciali e turistici, rafforzando la sua funzione di hub del Mediterraneo».
Faraci richiama inoltre l’attenzione sul bypass ferroviario da 2,8 km che sarà pronto nel 2026: «Se dotato di parcheggi di interscambio – spiega – consentirebbe a circa 2.000 automobilisti al giorno di lasciare l’auto, con un risparmio di 17,6 milioni di km annui e 12,8 kt di CO2 in meno. È un’opera che potrebbe migliorare in modo concreto la qualità della vita dei cittadini».
«Investire in mobilità sostenibile – conclude Faraci su La Sicilia – non è un capriccio, ma una scelta strategica. Servono visione, competenze e coraggio politico. Senza infrastrutture non ci sarà crescita: le estensioni della metro sono un’occasione irripetibile per Catania e per l’intero Sud-Est».