Inchiesta appalti pilotati in Sicilia, Iacono e Tomasino negano accordi: Romano denuncia “una gogna mediatica”
PALERMO – “Sono molto amareggiato…”. Così Antonio Iacono, dirigente del Trauma Center dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, ha commentato all’uscita dall’aula 19 del Tribunale di Palermo dopo oltre un’ora di interrogatorio. La Procura ha chiesto per lui e altri 17 indagati, tra cui Salvatore Cuffaro e Saverio Romano, gli arresti domiciliari per i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
L’accusa riguarda il concorso di stabilizzazione di 54 operatori socio-sanitari tenutosi nel giugno 2024 all’ospedale palermitano, di cui Iacono sarebbe stato parte della commissione. Secondo la Procura, esisteva un “patto corruttivo” con Cuffaro e Vito Raso per favorire candidati segnalati politicamente.
Antonio Iacono, difeso dall’avvocato Mauro Torti, ha negato qualsiasi accordo illecito: “Non c’è stato alcun favoritismo. Ho ritirato la mia candidatura per un avanzamento di carriera, non ero interessato. Si trattava solo di una graduatoria per la stabilizzazione di lavoratori assunti durante l’emergenza Covid. Senza quella procedura avrebbero perso il lavoro”. Ha aggiunto che “tutti i 54 candidati furono stabilizzati”, evidenziando che “i vincitori avevano già contratti a tempo determinato”.
Ha respinto ogni accusa anche Giovanni Giuseppe Tomasino, direttore generale del Consorzio di Bonifica della Sicilia Occidentale, per il quale è stata avanzata la stessa richiesta di misura cautelare. “Non conosco l’imprenditore Alessandro Vetro – ha dichiarato lasciando il Tribunale – e per quanto mi risulta non ha mai vinto gare d’appalto con il nostro consorzio”. Secondo la Procura, Tomasino avrebbe favorito imprese segnalate dall’associazione a delinquere ritenuta capeggiata da Totò Cuffaro, ricevendo sostegno politico e promesse di utilità economiche. Ma il dirigente ha negato con fermezza: “È impossibile avere accordi con le commissioni d’appalto – ha spiegato – perché il presidente viene scelto tramite sorteggio da un elenco pubblico accessibile solo per concorso”.
Nel corso della stessa giornata è stato ascoltato anche il parlamentare di Noi Moderati, Saverio Romano, indagato per presunti rapporti con il sistema che avrebbe influenzato appalti e concorsi pubblici in Sicilia. “Avete visto la canea che si è abbattuta contro di me? – ha dichiarato ai cronisti. Non credo sia normale che l’intero Paese conosca contestazioni che dovevano restare coperte. Non ho ancora capito cosa mi si contesta”.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
