
Avviato l’interrogatorio preventivo nell’indagine della Procura di Palermo su presunti appalti pilotati, che vede coinvolti politici, dirigenti pubblici e imprenditori.
Ha avuto inizio questa mattina, a Palermo, l’interrogatorio preventivo di Totò Cuffaro, nell’ambito dell’indagine della Procura su un presunto sistema di appalti e concorsi pubblici pilotati. L’ex presidente della Regione Siciliana, difeso dagli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, è il primo a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari, dopo la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai pubblici ministeri.
All’ingresso del palazzo di giustizia, Cuffaro ha rilasciato una breve dichiarazione ai cronisti, affermando di essere «fiducioso nella giustizia». Le accuse che gli vengono contestate spaziano dall’associazione per delinquere alla corruzione, fino alla turbata libertà degli incanti. Nel corso delle perquisizioni effettuate il giorno della notifica dell’invito a comparire, i carabinieri hanno sequestrato 80 mila euro in contanti.
Il procedimento non riguarda solo l’ex governatore. Sono infatti 18 gli indagati complessivi, tra cui l’ex ministro Saverio Romano, ascoltato nella giornata di ieri, dirigenti di aziende sanitarie, funzionari regionali e imprenditori. Per tutti, la Procura ha chiesto l’applicazione della misura cautelare dei domiciliari. Il giudice si pronuncerà al termine degli interrogatori.
Nella stessa giornata saranno sentiti anche Vito Raso, storico collaboratore e autista di Cuffaro, il deputato regionale della Democrazia Cristiana Carmelo Pace e l’imprenditore Antonio Abbonato, indicato dagli inquirenti come figura di collegamento nelle presunte attività del comitato d’affari.
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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.