La Sicilia accelera sui termovalorizzatori di Palermo e Catania, mentre a Palazzo d’Orléans si apre una fase di riflessione sugli assetti del governo regionale.
Due grandi opere considerate strategiche per la gestione del ciclo dei rifiuti e una maggioranza chiamata a ridefinire i propri equilibri interni. È su questo doppio binario che si muove l’azione del governo regionale guidato da Renato Schifani, all’indomani dell’approvazione della manovra finanziaria.
Sul fronte infrastrutturale, i termovalorizzatori di Palermo e Catania restano una delle priorità dell’esecutivo. I progetti sono stati affidati a Invitalia e rappresentano un passaggio chiave per superare le criticità croniche del sistema dei rifiuti nell’Isola. Le strutture, secondo la tabella di marcia, dovrebbero entrare in una fase più operativa già nei prossimi mesi, con la definizione degli schemi progettuali e il confronto con Bruxelles sul Piano regionale dei rifiuti.
Parallelamente, però, il dossier più delicato resta quello politico. Il presidente della Regione ha ribadito che il rimpasto di giunta non è un’opzione, ma un passaggio obbligato, legato sia alla necessità di colmare alcune caselle rimaste vacanti sia al nuovo quadro emerso dopo il voto in Aula.
Nel centrodestra, le valutazioni sono ancora in corso. Fratelli d’Italia guarda a una possibile riorganizzazione delle deleghe, mentre restano aperti i nodi legati al peso delle singole forze di maggioranza e al ruolo dei cosiddetti assessori tecnici. Una partita che si intreccia anche con le dinamiche parlamentari e con la gestione dei rapporti tra governo e Ars.
Non meno rilevante è il tema del funzionamento dell’Assemblea regionale. Schifani ha più volte sottolineato come l’attuale regolamento consenta forme di ostruzionismo tali da rallentare l’attività legislativa, rendendo complessa l’attuazione del programma di governo. Da qui l’ipotesi di una riforma delle regole d’Aula, sul modello del Parlamento nazionale, per garantire maggiore stabilità e tempi certi.
Il quadro che emerge è quello di una fase di transizione: da un lato opere pubbliche considerate decisive per il futuro della Sicilia, dall’altro una maggioranza chiamata a trovare un nuovo equilibrio, evitando strappi e mantenendo la tenuta complessiva dell’esecutivo.
Le prossime settimane saranno determinanti per capire se il riassetto sarà limitato a un aggiustamento tecnico o se, invece, aprirà una nuova fase politica per il governo regionale, con effetti che potrebbero riflettersi anche sulle scelte strategiche in settori chiave come ambiente, sanità e sviluppo.
