Dopo la manovra finanziaria si apre una fase di tensione nella maggioranza regionale, mentre la più grande Asp siciliana si avvicina a un anno senza direttore generale.

Dopo l’approvazione della manovra finanziaria, a Palazzo d’Orléans si apre una fase di riflessione che va ben oltre i numeri votati in Aula e investe direttamente gli equilibri politici della giunta guidata da Renato Schifani. Il passaggio parlamentare ha lasciato segni evidenti, soprattutto nei rapporti di forza interni alla maggioranza, con alcune forze politiche ridimensionate e altre pronte a rimettere in discussione assetti e deleghe. Tra i partiti che escono indeboliti dal voto c’è il Movimento per l’Autonomia, mentre Fratelli d’Italia guarda a un possibile riassetto dell’esecutivo, ipotizzando l’ingresso di due nuove assessore alla prima esperienza di governo. Una scelta che potrebbe riequilibrare la rappresentanza di genere ma anche innescare un effetto domino su incarichi e ruoli chiave, dentro e fuori dalla giunta.

Il rimpasto, tuttavia, non appare imminente. La trattativa resta aperta e il confronto tra le forze di maggioranza è reso più complesso dalle tensioni emerse durante l’esame della Finanziaria. Le votazioni hanno già indicato vincitori e sconfitti nella corsa agli assessorati, ma il quadro resta fluido. Nel centrodestra, Forza Italia e Lega restano centrali negli equilibri di governo. Proprio la Lega, però, ha visto ridursi il peso del proprio assessore di riferimento dopo il voto sulla manovra, un elemento che potrebbe incidere sulle decisioni finali del presidente Schifani, deciso comunque a evitare strappi e a mantenere un equilibrio complessivo della coalizione.

Più articolata la posizione della Democrazia Cristiana, alle prese con tensioni interne e riflessi delle vicende giudiziarie che coinvolgono alcuni riferimenti politici. Il partito si muove su un bivio: attendere sviluppi e restare compatto oppure avviare una riorganizzazione più profonda che potrebbe incidere sugli assetti di governo e sulle strategie future. Il nodo resta politico ma anche numerico. I rapporti di forza all’Ars, il peso delle correnti e i rapporti con i partiti nazionali saranno determinanti per capire se e quando il presidente Schifani aprirà davvero la fase del cosiddetto “Schifani bis”, che potrebbe coinvolgere fino a metà dell’esecutivo regionale.

Nel frattempo, la sanità resta terreno di scontro. Tra circa venti giorni, la più grande Azienda sanitaria della Sicilia, e una delle più rilevanti del Mezzogiorno per dimensioni e risorse, raggiungerà il traguardo di un anno senza un direttore generale pienamente in carica, pur gestendo un bilancio miliardario. Era il 16 gennaio quando Schifani chiamò l’allora direttrice generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, a entrare in giunta al posto della dimissionaria Giovanna Volo. Da allora, la guida dell’azienda è rimasta vacante, inizialmente per quella che sembrava una parentesi breve, poi dilatatasi nel tempo.

Solo il 3 ottobre il governo regionale ha indicato Alberto Firenze come nuovo direttore generale. Il 4 novembre è arrivato il via libera della commissione Affari istituzionali dell’Ars, ma da allora il percorso si è bloccato: manca ancora l’approvazione definitiva in giunta, nonostante più riunioni dell’esecutivo e la ratifica di altre nomine con lo stesso iter.

All’interno della maggioranza c’è chi assicura che la partita si chiuderà dopo le festività. Ma cresce il timore che la nomina possa essere inglobata in un risiko più ampio che riguarda altre Asp, aziende ospedaliere e gli equilibri complessivi del governo regionale. Lo scenario si intreccia con altri movimenti, come il possibile riassetto al Policlinico di Catania, dove è arrivato Giorgio Giulio Santonocito, e il possibile spostamento di Salvatore Iacolino dal dipartimento della Pianificazione strategica. Un mosaico che coinvolge anche il ruolo dell’assessore alla Sanità, al centro delle pressioni degli alleati che puntano a sostituire figure tecniche con profili più politici.

sanità sicilia, giunta schifani, asp palermo, direttore generale asp, rimpasto giunta, ars sicilia, politica regionale, liste d’attesa