“Non mi funziona il citifono” “Non ci interessa”: torni al lavoro e ti licenziano, sta succedendo a moltissimi | A spasso migliaia di lavoratori
Citofono rotto (cataniaoggi.it-pexels)
Citofono guasto in malattia, cosa rischia il lavoratore: l’importanza della reperibilità domiciliare
Durante il periodo di malattia, la reperibilità del lavoratore nel domicilio indicato è un obbligo di legge imprescindibile. Anche problemi tecnici come un citofono malfunzionante non costituiscono giustificazione valida per l’irreperibilità alla visita fiscale. La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 9523 del 1993, ha stabilito che l’assenza di adeguate precauzioni è da considerarsi negligenza del dipendente, imponendo la responsabilità di garantire l’accesso al medico fiscale.
La responsabilità del dipendente non si limita alla mera presenza fisica in casa, ma include l’adozione di tutte le misure necessarie affinché il medico possa raggiungerlo senza impedimenti. Ciò implica verificare preventivamente il funzionamento di campanello, citofono e altre forme di comunicazione. La reperibilità rappresenta un onere contrattuale e un obbligo accessorio alla prestazione lavorativa principale, strettamente collegato anche agli adempimenti con l’INPS.
Le sanzioni per l’assenza ingiustificata possono essere severe e scalano in base alla gravità. Nei casi più comuni si verifica la sospensione della retribuzione per i giorni di malattia, mentre in situazioni più gravi il comportamento può essere considerato violazione disciplinare, con possibilità di licenziamento per giusta causa. La sentenza 6618 del 2007 della Cassazione ha chiarito come anche guasti a citofoni o campanelli possano essere interpretati come ostacoli al controllo fiscale, giustificando provvedimenti disciplinari.
Per ridurre il rischio di sanzioni, il lavoratore deve mettere in atto misure preventive efficaci. Controllare il funzionamento di citofono e campanello prima della malattia è fondamentale, così come predisporre soluzioni alternative in caso di guasto. È consigliabile affiggere cartelli visibili sul portone con istruzioni alternative per il contatto e, se possibile, mantenere il portone aperto durante le fasce di reperibilità.
L’importanza della chiarezza e della comunicazione
Il nome del lavoratore deve essere chiaramente indicato sul citofono, altrimenti la visita potrebbe risultare compromessa. Durante le fasce di controllo, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00, è essenziale rimanere vigili e facilmente raggiungibili. La mancata reperibilità, anche involontaria, può essere interpretata come inosservanza degli obblighi contrattuali e previdenziali.
Se l’assenza si verifica nonostante tutte le precauzioni, il lavoratore deve agire tempestivamente, verificando sul portale INPS se il medico ha tentato la visita o lasciato avviso. È fondamentale raccogliere documentazione medica comprovante l’impossibilità di presenza e redigere una comunicazione dettagliata indirizzata a INPS e datore di lavoro, allegando le giustificazioni e richiedendo il riconoscimento dell’assenza come legittima.
Casi di assenza giustificata
La normativa prevede eccezioni all’obbligo di reperibilità. Tra queste rientrano le terapie salvavita, le malattie gravi, l’ospedalizzazione e visite mediche improrogabili. Anche impedimenti gravi che rendano impossibile la permanenza al domicilio possono essere riconosciuti. Alcune patologie, catalogate nelle Tabelle A ed E del D.P.R. 834 del 1981, consentono l’esonero dalle visite fiscali senza sanzioni.
Infine, la legge prevede esenzioni permanenti per lavoratori con invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%, che limita la mobilità e la capacità di rispondere tempestivamente alle visite. In questi casi, la reperibilità può essere ridotta o adattata, tutelando il diritto alla salute senza compromettere il rapporto di lavoro, garantendo equilibrio tra obblighi contrattuali e necessità sanitarie.