Energia rinnovabile: ce l’hai in casa dagli anni 90 ma non sai come si usa | Se hai uno di questi tubi non paghi più la bolletta
Vecchio riscaldamento (cataniaoggi.it-pexels)
Una scoperta dal passato che guarda al futuro: il sistema energetico segreto degli anni ‘70 ritrovato in un’appartamento
Nel cuore del sud della Francia, durante un normale intervento di ristrutturazione, la famiglia Martin ha fatto una scoperta sorprendente nella propria abitazione: un sistema pionieristico di energia rinnovabile, nascosto da decenni dietro le pareti della casa. Acquistata negli anni ’90, la casa è stata per anni teatro inconsapevole di una tecnologia progettata nel 1973 per sfruttare il calore del sottosuolo.
L’impianto, perfettamente integrato nell’architettura dell’epoca, è rimasto celato fino a pochi mesi fa, considerato dalla famiglia solo un curioso elemento decorativo. I Martin, nel corso dei lavori, si sono imbattuti in una serie di tubi colorati che si estendevano dal pavimento alle pareti. Claire, la figlia maggiore, ha raccontato: «Li trovavamo curiosi, ma nessuno sospettava che avessero una funzione». Dopo aver rimosso pannelli e rivestimenti, è emersa una struttura articolata, costituita da serpentine e condutture interrate, parte di un sistema avanzato per il recupero dell’energia termica, in grado di riscaldare gli ambienti sfruttando il calore del terreno.
Una volta consultato un consulente energetico, la famiglia ha avuto conferma: il sistema era innovativo già negli anni ’70. La tecnologia prevedeva il passaggio dell’aria o dell’acqua all’interno di condutture riscaldate naturalmente dal sottosuolo, con una conseguente riduzione dei consumi energetici. Nonostante l’età dell’impianto, la struttura era ancora in buone condizioni. Gli esperti hanno stimato un potenziale risparmio del 40% sulla bolletta energetica, rendendo il ritrovamento ancora più significativo.
Inizialmente orientati a rimuovere tutto per sostituirlo con sistemi più moderni, i Martin hanno deciso invece di ripristinare l’impianto e integrarlo con tecnologie attuali. Tra le soluzioni in fase di valutazione vi sono l’installazione di pannelli fotovoltaici, un sistema di controllo remoto tramite app e un nuovo isolamento termico che migliori l’efficienza complessiva dell’abitazione. L’obiettivo è rendere la casa completamente autosufficiente sul piano energetico, sfruttando ciò che già esisteva.
Un’eredità nascosta nelle case d’epoca
La storia della famiglia Martin getta nuova luce sul patrimonio nascosto nelle abitazioni costruite tra gli anni ’60 e ’70. Secondo gli esperti, molte di queste case potrebbero contenere impianti di riscaldamento a energia rinnovabile progettati in un’epoca in cui la sostenibilità era già un’idea embrionale. Con adeguati aggiornamenti, questi sistemi potrebbero tornare a essere funzionali e competitivi, offrendo benefici ambientali ed economici.
Questa vicenda dimostra che la sostenibilità non passa sempre per il nuovo. Spesso, guardare al passato e valorizzare le tecnologie già esistenti può rappresentare una scelta ecologica e lungimirante. I Martin ne sono convinti e vogliono essere d’esempio: «Abbiamo capito che non serviva demolire, ma capire cosa avevamo sotto gli occhi da sempre», ha dichiarato Claire.
Una lezione per tutti i proprietari di case
Gli esperti di energie rinnovabili consigliano ora ai proprietari di immobili d’epoca di effettuare verifiche approfondite prima di iniziare grandi lavori. Un sopralluogo tecnico potrebbe rivelare la presenza di impianti nascosti, ancora sfruttabili. È un’opportunità concreta per ridurre le emissioni, risparmiare e rivalutare immobili con caratteristiche architettoniche uniche.
La vicenda dei Martin si trasforma così in un modello virtuoso di riqualificazione e riscoperta. Senza interventi invasivi né investimenti proibitivi, è possibile rivalutare ciò che già esiste. La vera innovazione, a volte, sta nel recuperare il meglio del passato e adattarlo al presente. Perché la transizione energetica può cominciare anche da una parete scrostata.