Vacanze, turisti scappano dall’isola più amata dagli italiani: 1 giorno su 2 manca la luce | È diventata un inferno

Turisti (cataniaoggi.it-pexels)

Turisti (cataniaoggi.it-pexels)

Il crollo del turismo mette in ginocchio quest’isola, cinque anni di declino costante: le spiagge sono deserte

I Caraibi hanno da sempre incarnato il sogno tropicale di milioni di turisti, ma il contesto attuale racconta un’altra storia. L’isola di Cuba, una delle mete più iconiche della regione, si trova oggi al centro di una crisi turistica senza precedenti. A soffrirne in modo particolarmente evidente è Varadero, un tempo simbolo della ripresa economica post-socialista e oggi immagine sbiadita di un passato florido.

Conosciuta come la “spiaggia azzurra” per le sue acque cristalline e le distese di sabbia bianca, Varadero è sempre stata una delle destinazioni preferite dai visitatori, in particolare dagli italiani. Oggi, però, i suoi alberghi all-inclusive appaiono spettrali, vuoti, circondati da negozi chiusi e ristoranti senza clienti. I lavoratori stagionali si ritrovano senza occupazione e le attività commerciali locali sopravvivono a fatica in un’economia che arranca.

Il tracollo non è improvviso: dal 2019 a oggi le presenze turistiche a Varadero sono calate in modo continuo. Alcuni residenti puntano il dito contro il modello all-inclusive, che incentiva i visitatori a rimanere confinati negli hotel, senza lasciare benefici economici al tessuto urbano circostante. Tuttavia, il problema va oltre l’architettura dell’offerta turistica: il peggioramento dei servizi, i costi crescenti dei voli e la generale perdita di attrattività hanno alimentato un lento e inesorabile declino.

La situazione critica di Varadero è solo una parte del quadro complesso che riguarda tutta Cuba. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi sei mesi del 2025 i turisti internazionali arrivati sull’isola sono stati poco più di 860.000, segnando un crollo del 27% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un numero allarmante che rivela una crisi sistemica, non limitata a qualche località o stagione sfavorevole.

La tempesta perfetta: carenze e blackout

Ad aggravare la condizione già difficile del settore turistico ci sono le pesanti carenze di beni di prima necessità. Farmaci, carburante e generi alimentari scarseggiano, mentre i blackout elettrici sono diventati la norma, compromettendo ulteriormente la qualità dei servizi offerti. Il risultato è un’esperienza di viaggio deludente che allontana i turisti e danneggia la reputazione internazionale dell’isola.

I dati parlano chiaro: nel 2024 i turisti internazionali a Cuba sono stati circa 2,2 milioni, il 10% in meno rispetto al 2023 e la cifra più bassa registrata negli ultimi 17 anni. Appena otto anni fa, nel 2017, l’isola aveva superato i 4,5 milioni di visitatori, un picco che oggi appare irraggiungibile. In termini economici, il turismo ha garantito a Cuba nel 2024 un’entrata inferiore del 61% rispetto al periodo pre-pandemico.

Isola (cataniaoggi.it-pexels)
Spiaggia deserta (cataniaoggi.it-pexels)

Compagnie aeree in fuga dall’isola

Di fronte a un mercato sempre più fragile, anche i vettori internazionali stanno rivedendo i propri piani. Diverse compagnie aeree hanno già tagliato o ridotto le frequenze dei voli verso Cuba, ritenendo il collegamento con l’isola non più strategico né redditizio. Un effetto a catena che rischia di isolare ulteriormente il Paese e di rendere ancora più difficile ogni tentativo di rilancio.

Secondo gli analisti del settore, la crisi turistica cubana è destinata a perdurare almeno per i prossimi cinque anni. Le cause sono profonde e molteplici: da una governance inefficace alla mancanza di investimenti, fino alle conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’instabilità geopolitica. In questo scenario cupo, Cuba rischia di perdere non solo una delle sue principali fonti di reddito, ma anche il suo ruolo storico nel panorama del turismo globale.