Dichiarazione dei redditi: da ora scarichi anche l’assicurazione, aggiungila alle detrazioni | Ti esce quasi gratis
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Ogni anno recuperi qualcosa, ma se sai dove guardare, puoi recuperare molto di più.
Dalla casa alla scuola, passando per salute, figli, spese di trasporto e persino sport: nella dichiarazione dei redditi si nasconde una lunga lista di voci che puoi portare in detrazione. E ogni anno si aggiunge qualche novità. Ma non è solo una questione di “recuperare” una parte della spesa: è sapere in anticipo cosa conviene fare, quando e come, per far valere i tuoi diritti e ottenere il massimo da ciò che già spendi.
Oggi più che mai la dichiarazione non è solo un obbligo burocratico, ma uno strumento per alleggerire il peso del costo della vita. La possibilità di recuperare parte delle spese sostenute rappresenta un aiuto concreto per milioni di italiani, soprattutto in un momento storico in cui ogni euro conta. Ma come si fa a orientarsi tra detrazioni, deduzioni e bonus?
Il sistema fiscale prevede centinaia di agevolazioni, ma per molte è richiesto che il pagamento sia effettuato con strumenti tracciabili: bonifici, carte, PagoPA, bollettini o MAV. Per dimostrare l’avvenuto pagamento, è sufficiente la prova cartacea della transazione, oppure l’annotazione in fattura da parte del soggetto che ha ricevuto il denaro. Occhio però: non tutte le spese seguono questa regola. I farmaci, i dispositivi medici e le prestazioni sanitarie effettuate in strutture pubbliche o private accreditate restano detraibili anche se pagate in contanti.
Come se non bastasse, le detrazioni possono diminuire se il reddito supera determinate soglie: chi guadagna oltre 50.000 euro annui vedrà ridurre l’importo delle detrazioni di 260 euro. E tra i 120.000 e i 240.000 euro, le detrazioni calano progressivamente fino ad azzerarsi. Fanno eccezione le spese sanitarie e gli interessi sul mutuo, che restano detraibili in misura piena.
Tutto quello che puoi scaricare: casa, famiglia, salute e figli
Sia che tu sia in affitto o proprietario, le spese legate all’abitazione sono tra le più detraibili. Dal canone d’affitto, con detrazioni fino a 992 euro in casi specifici, agli interessi sul mutuo, alle ristrutturazioni, al risparmio energetico, fino all’acquisto di mobili ed elettrodomestici: il fisco ti restituisce dal 36% all’85% delle spese, suddivise in più anni. Il Superbonus, invece, è ancora attivo per il 2024 nella misura del 70%, ma solo se hai un reddito fino a 15.000 euro e se l’immobile è abitazione principale.
Per le famiglie con figli, le spese scolastiche e universitarie sono ampiamente coperte: dal nido alla laurea, fino ai contributi per lo sport e agli strumenti per l’apprendimento in caso di DSA. Anche gli studenti fuori sede possono scaricare l’affitto. A ciò si aggiungono le detrazioni per chi sostiene economicamente familiari disabili o non autosufficienti.
La salute resta al centro, e ora anche le assicurazioni fanno la loro parte
Dalle visite specialistiche agli occhiali, dalle cure termali ai dispositivi medici: tutto quello che riguarda la salute, se supera 129,11 euro, può essere portato in detrazione al 19%. E se possiedi animali da compagnia, puoi detrarre anche parte delle spese veterinarie. Le persone con disabilità o non autosufficienti hanno diritto a ulteriori agevolazioni, anche per l’acquisto di mezzi di assistenza, per i costi di trasporto, per i servizi di badanti e per le assicurazioni dedicate.
Novità: puoi scaricare anche l’assicurazione. Ecco il punto: da ora puoi scaricare anche le assicurazioni contro eventi calamitosi, con una detrazione del 19%. E non solo. Le detrazioni valgono anche per le polizze vita, infortuni, e per quelle contro il rischio non autosufficienza. I massimali variano da 530 a 1.291,14 euro a seconda del tipo di contratto, ma il principio resta lo stesso: se sei tutelato, puoi anche recuperare parte di quanto hai speso. E sì, si somma al resto.
Ricorda: la detrazione spetta solo se hai pagato in modo tracciabile. Quindi niente contanti. Serve la ricevuta del bancomat, l’estratto conto, un bollettino postale o un MAV, oppure il pagamento con PagoPA. In alternativa, può bastare l’annotazione del pagamento sulla fattura o ricevuta da parte dell’assicuratore.