RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE – Ma quale superbonus, Meloni ha già firmato: arriva l’ecotassa | Raso al suolo il contributo statale
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Addio agevolazioni? Il nuovo piano fiscale mette in ginocchio i cantieri: ora si paga anche per riqualificare.
Doveva essere il volano della ripartenza post-pandemica, il simbolo di una rivoluzione green a misura di cittadino. Invece, il Superbonus 110% rischia oggi di trasformarsi nell’ennesima promessa mancata, travolta da tagli, modifiche retroattive, frodi e nuove imposte. Mentre si discute ancora della sua effettiva efficacia economica, i segnali che arrivano da Roma lasciano poco spazio all’ottimismo.
A Palazzo Chigi il vento è cambiato: le casse pubbliche sono sotto pressione e il Governo ha già varato nuove misure che mettono seriamente in discussione l’impianto delle agevolazioni edilizie. La più discussa? Un’ecotassa che colpirà i lavori di ristrutturazione a partire dal 2025. Un contributo calcolato sulla base dell’impatto ambientale dei materiali utilizzati, che rischia di scoraggiare ulteriormente chi intende riqualificare casa.
A farne le spese, come spesso accade, sono famiglie e piccoli proprietari. La burocrazia è ancora fitta, i controlli sempre più stringenti e le cessioni del credito quasi congelate. Intanto, centinaia di imprese si ritrovano con lavori iniziati e pagamenti bloccati, senza sapere quando – e se – riceveranno quanto promesso.
Eppure, l’obiettivo iniziale era ambizioso: ridurre i consumi energetici, combattere il degrado edilizio e rilanciare l’economia attraverso l’edilizia sostenibile. A oggi, più di 400mila cantieri hanno beneficiato del Superbonus, generando miliardi di euro in investimenti. Ma l’entusiasmo si è spento sotto il peso dei contenziosi, degli errori procedurali e delle nuove direttive fiscali.
Non solo errori: ora arrivano anche le truffe
Oltre ai problemi normativi, ci sono le ombre delle frodi. Proprio negli ultimi giorni, una maxi operazione della Guardia di Finanza ha smascherato un sistema truffaldino legato a un’altra misura fiscale: il Bonus Facciate. La truffa, che ha coinvolto anche la provincia di Roma, ha portato alla denuncia di quattro imprenditori – un italiano e tre stranieri – per indebita percezione di fondi pubblici.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle di Treviso, una società dell’hinterland veneto avrebbe incassato oltre due milioni di euro in crediti d’imposta grazie a lavori mai effettuati. La frode è stata orchestrata simulando interventi di ristrutturazione su facciate di 24 immobili, intestati a cittadini ignari, tra cui due residenti a Roma. Nessuno di loro sapeva di essere coinvolto: eppure, nei rispettivi cassetti fiscali risultavano lavori mai richiesti né autorizzati.
Il paradosso del Superbonus: tra buone intenzioni e sciacallaggio
Mentre il Governo taglia, i malintenzionati sfruttano le falle normative. Il caso scoperto a Treviso – con ramificazioni fino a Roma – è solo l’ultimo di una lunga serie. Gli incentivi, concepiti per premiare chi investe nel recupero del patrimonio edilizio, si sono trasformati in un’occasione d’oro per truffatori e faccendieri, che aggirano i controlli con perizie fittizie, cantieri inventati e documentazione falsa.
Chi ci rimette sono i cittadini onesti, spesso inconsapevoli di essere stati coinvolti in reati fiscali. E se oggi si parla di ecotassa, tagli e fine delle agevolazioni, è anche per colpa di chi ha abusato dello strumento. Ma il risultato è un clima di sfiducia e immobilismo, dove a pagare sono sempre i soliti.