Sicilia, in questo sperduto borgo medioevale parlano una lingua sconosciuta | Anche per i siciliani è incomprensibile

Dialetti in Sicilia -(cataniaoggi.it-murialdo)
In Sicilia c’è un piccolo borgo dove si parla un dialetto sconosciuto, il galloitalico una tradizione preziosa che si tramanda
Nel panorama linguistico italiano, Novara di Sicilia rappresenta un unicum straordinario. Situato sui monti Peloritani, al confine tra l’entroterra e la costa tirrenica della provincia di Messina, questo borgo medievale conserva una parlata antichissima: il galloitalico di Sicilia. Si tratta di una lingua d’origine norditalica che, nonostante l’isolamento geografico, ha resistito nei secoli all’omologazione linguistica, preservando intatte numerose peculiarità fonetiche e culturali.
L’origine di questa parlata risale all’epoca della dominazione normanna in Sicilia, tra XI e XIII secolo, quando i sovrani Altavilla favorirono l’insediamento di coloni provenienti dal Nord Italia. Molti di questi giunsero dal Monferrato, dalla Liguria e in parte dalla Lombardia e dall’Emilia. Furono chiamati “lombardi”, ma in realtà si trattava di un gruppo eterogeneo. A Novara di Sicilia, come in pochi altri centri, queste comunità conservarono nei secoli la propria lingua, trasformandola in un elemento distintivo dell’identità locale.
La parlata di Novara di Sicilia si distingue per l’impostazione fonetica tipica delle lingue galloitaliche. Pur avendo inevitabilmente subito influenze dal siciliano, conserva suoni e cadenze che ricordano il piemontese e il ligure. Il lessico, in parte assorbito dal siciliano, ha perso alcune caratteristiche arcaiche, ma la struttura e l’intonazione rimangono ben riconoscibili. Questo codice linguistico si è mantenuto vivo grazie all’uso quotidiano, soprattutto tra anziani e in ambito familiare, e all’impegno di studiosi e appassionati locali.
A Novara, come in pochi altri comuni galloitalici, la consapevolezza linguistica è forte. Gli abitanti sanno di parlare in modo diverso rispetto al resto della Sicilia, e questa differenza è vissuta come un valore. Il galloitalico è la lingua dell’identità, della memoria e del legame con il territorio. Per questo motivo è ancora usato nei rapporti interpersonali, soprattutto tra persone del posto. Il siciliano e l’italiano vengono utilizzati invece in contesti più formali o nei rapporti con i “forestieri”.
L’uso quotidiano tra tradizione e rinnovamento
Anche se il galloitalico è sempre meno parlato dalle nuove generazioni, a Novara la lingua non è mai scomparsa del tutto. Negli ultimi anni, iniziative culturali, laboratori scolastici, pubblicazioni e spettacoli teatrali in vernacolo hanno contribuito a ravvivarne l’interesse. Il galloitalico viene oggi percepito anche come risorsa espressiva, utile in ambito poetico e narrativo, e come strumento di riscoperta delle proprie radici. Questo nuovo slancio ha permesso un piccolo ma significativo recupero della lingua.
Il mantenimento del galloitalico a Novara è legato anche alla posizione geografica del paese. Il suo isolamento naturale tra le montagne ha contribuito per secoli alla conservazione della lingua, tenendola al riparo da contaminazioni esterne. Questo isolamento, che un tempo poteva essere una difficoltà, si è trasformato in un elemento di protezione culturale. I novaresi hanno sviluppato un senso di comunità forte, in cui la lingua è stata un ponte tra generazioni.
La sfida della contemporaneità
Come molte parlate minoritarie, anche il galloitalico di Novara è oggi a rischio. L’avvento dei mass media, la mobilità crescente e il predominio dell’italiano standard rendono difficile la trasmissione intergenerazionale. Tuttavia, grazie alla coscienza linguistica diffusa e al supporto di enti locali e studiosi, il paese continua a lavorare per valorizzare questo patrimonio. L’inserimento nel REIS (Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia) è un riconoscimento importante che ne tutela la memoria e l’uso.
Novara di Sicilia è più di un borgo pittoresco: è un laboratorio vivente di resistenza culturale. La sua parlata galloitalica, unica in tutto il Sud Italia, racconta una storia di migrazioni, adattamenti e orgoglio identitario. In un mondo sempre più globalizzato, Novara ci ricorda l’importanza della diversità linguistica e della memoria storica, elementi fondamentali per comprendere la complessità dell’identità italiana.