“La sua auto non puo circolare”: 7.000€ se guidi un veicolo in queste condizioni | Il dettaglio non passa inosservato al posto di blocco

Fermo amministrativo - (cataniaoggi.it-pexels)
Chi rischia il fermo amministrativo dell’auto nel 2025, cosa comporta la sanzione e cosa devi sapere
Nel 2025 il rischio di fermo amministrativo dell’auto coinvolge tutti coloro che risultano debitori nei confronti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Si tratta di una misura cautelare, non di un’esecuzione forzata vera e propria, pensata per tutelare l’interesse dell’erario quando un contribuente non adempie ai propri obblighi. Il fermo viene iscritto sul veicolo intestato al debitore e impedisce l’uso del mezzo fino a quando la posizione non viene regolarizzata.
Il procedimento parte dalla notifica di una cartella esattoriale, documento ufficiale con cui l’Agenzia delle Entrate comunica il debito. Se entro 60 giorni dalla notifica non si provvede al pagamento, alla rateizzazione o non si ottiene un provvedimento di sospensione o cancellazione del debito, l’ente può procedere con il preavviso di fermo. Dopo 30 giorni dal preavviso, in mancanza di azioni da parte del contribuente, il fermo diventa esecutivo e viene registrato al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Nel 2025 non esiste un importo minimo di legge al di sotto del quale non possa essere attuato il fermo amministrativo.
Anche piccoli debiti possono condurre a questa misura, a differenza di quanto avveniva con la precedente gestione di Equitalia. La Corte di Cassazione ha chiarito che non ci sono soglie minime obbligatorie e che quindi anche un debito contenuto può comportare il blocco dell’auto. A rischio sono dunque tutti i cittadini con pendenze non sanate, indipendentemente dall’entità del debito.
Chi viene sorpreso alla guida di un’auto soggetta a fermo amministrativo rischia una sanzione che può superare i 7.900 euro. Oltre alla multa, sono previste sanzioni accessorie molto gravi: la confisca del veicolo e la revoca della patente. Se il conducente non è il proprietario del veicolo, la confisca può comunque scattare, a meno che il proprietario dimostri che l’auto è stata utilizzata contro la sua volontà.
Limitazioni imposte dal fermo amministrativo
Il veicolo sottoposto a fermo non può essere utilizzato, esportato, rottamato o radiato. Deve essere custodito in un luogo privato, non accessibile al pubblico, e non può essere lasciato in sosta su suolo pubblico. Anche la vendita dell’auto è possibile, ma chi acquista il veicolo non potrà comunque circolare finché il debito non viene saldato, poiché l’auto è vincolata come garanzia.
Il fermo amministrativo può essere sospeso se il debitore avvia una rateizzazione e paga la prima rata. La sospensione, però, non equivale alla cancellazione: il veicolo rimane formalmente sotto fermo finché il debito non viene completamente estinto. Anche chi aderisce a una rottamazione delle cartelle ottiene la sospensione con il pagamento della prima rata.
Le alternative per evitare il fermo
Per evitare il fermo è fondamentale agire tempestivamente dopo la notifica della cartella esattoriale. È possibile pagare in un’unica soluzione, richiedere una rateizzazione o presentare un’istanza di sospensione motivata. Ignorare la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione può solo aggravare la situazione e rendere più difficile la regolarizzazione.
In conclusione, il fermo amministrativo rappresenta uno strumento con cui lo Stato cerca di garantire la riscossione di crediti fiscali, agendo su beni di immediata utilità per il contribuente. Pur essendo una misura meno invasiva rispetto al pignoramento, ha un impatto significativo sulla vita quotidiana e deve essere affrontato con serietà. Nel 2025, la chiave per evitarlo è la prevenzione e la tempestiva gestione delle proprie pendenze fiscali.