RIFORMA CODICE STRADALE – Allergico alle graminacee? Qui la patente: stracciata d’ufficio | Criminale per una compressa
auto passeggero (pexels) - cataniaoggi
Una nuova norma mette in allarme milioni di italiani: e se bastasse un antistaminico per perdere la patente?
Niente alcol, niente droghe. Ma anche niente gocce per dormire, niente pillole per l’ansia, niente sciroppo contro la tosse o compresse per le allergie primaverili. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, molti italiani si stanno rendendo conto che mettersi al volante dopo aver assunto comuni farmaci potrebbe trasformarsi in un problema legale. Grave.
Il nuovo impianto normativo mira, giustamente, a garantire la massima sicurezza sulle strade, ma a far discutere è l’applicazione concreta di alcune norme. In particolare, l’articolo 187, che regola la guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, ha aperto uno scenario di incertezza per milioni di cittadini in cura farmacologica, spesso cronica.
Il punto critico? Non esiste ancora una lista ufficiale di farmaci vietati, né una soglia di sicurezza definita. I controlli si basano solo sul riscontro di “positività” nei liquidi biologici: saliva, sangue, urine. Questo significa che chi assume regolarmente farmaci come ansiolitici, antidepressivi, antidolorifici oppioidi o anche semplici antistaminici, può risultare positivo – anche in perfetto stato di lucidità – ed essere comunque sanzionato come un soggetto alterato.
Il rischio, secondo medici e farmacisti, è che il malato venga trattato come un criminale. Anche se è lucido, attento e in grado di guidare in piena sicurezza. L’effetto “residuo” di una molecola, infatti, può essere rilevabile per giorni, molto dopo che l’effetto farmacologico è scomparso.
I medici: “Siamo senza linee guida”
Le farmacie, intanto, ricevono decine di domande ogni giorno. Chi chiede se può guidare dopo un antidolorifico, chi dopo una compressa per dormire, chi teme di dover sospendere la terapia per evitare sanzioni. Ma le risposte sono vaghe, perché anche medici e farmacisti sono al buio: il ministero della Salute non ha ancora fornito indicazioni ufficiali.
“Non sappiamo cosa dire ai pazienti – spiega Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna – perché non esiste un elenco di farmaci proibiti né una dose soglia, oltre la quale è sconsigliata la guida. Tutto è lasciato all’interpretazione del controllo su strada”. Una situazione che genera paura, confusione e rischio di abbandono delle terapie, soprattutto tra i pazienti fragili o cronici.
Senza patente per curarsi: i pazienti si mobilitano
La norma riguarda potenzialmente milioni di persone. Oltre 10 milioni di italiani soffrono di dolore cronico e una parte consistente è in cura con oppioidi o altri farmaci potenzialmente psicotropi. “Se la legge non distingue tra uso terapeutico e abuso, il diritto alla cura entra in conflitto con il diritto alla mobilità”, denunciano medici e docenti universitari in una lettera aperta.
Il timore, spiegano, è che i pazienti vengano penalizzati non per essere pericolosi alla guida, ma per la semplice presenza di tracce di farmaci nel sangue, anche se assunti con prescrizione e sotto controllo medico. In pratica, si rischia di essere sanzionati anche in assenza di reali effetti collaterali come sonnolenza o riflessi alterati. E senza che venga effettuata una valutazione oggettiva dello stato psico-fisico.