MINISTERO DELLA SALUTE – Alzheimer, se noti questo comportamento è il primo segnale della malattia | La memoria non c’entra nulla

Alzheimer - (cataniaoggi.it-pexels)

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Non solo memoria, i primi segnali di questa malattia sono subdoli, ecco quali sono i segnali da attenzionare

Quando si pensa al morbo di Alzheimer, la mente corre subito alla perdita di memoria. Eppure, secondo il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito, nelle fasi iniziali della malattia si manifestano sintomi meno noti ma altrettanto rilevanti: sbalzi d’umore ed episodi di confusione. Questi segnali possono emergere anche prima dei vuoti di memoria e passare inosservati nella quotidianità, rendendo più difficile una diagnosi tempestiva.

La difficoltà di riconoscere i primi sintomi deriva dal fatto che spesso vengono attribuiti a stress, stanchezza o invecchiamento naturale. Una maggiore irritabilità, l’ansia immotivata, la confusione in contesti familiari o la difficoltà nel seguire una conversazione sono manifestazioni precoci che possono essere ignorate. Il NHS invita i familiari a prestare attenzione a questi cambiamenti, anche se sembrano passeggeri o spiegabili con motivazioni esterne.

I primi segni cognitivi includono la tendenza a smarrire oggetti, dimenticare nomi di luoghi comuni, perdere il filo del discorso o ripetere le stesse domande a breve distanza di tempo. Anche se lievi, questi episodi costituiscono l’inizio di un deterioramento progressivo. In parallelo, può calare la capacità di giudizio, rendendo difficile prendere decisioni semplici, aumentando l’indecisione e la riluttanza a uscire dalla routine.

Con l’avanzare della malattia, il disorientamento si intensifica. Nelle fasi intermedie, chi ne soffre può perdere il senso del tempo e dello spazio, non riconoscere luoghi noti e vagare senza meta. Il sonno si altera, possono comparire allucinazioni e idee deliranti. Questi fenomeni compromettono la percezione della realtà e rendono complicata l’interazione con gli altri, generando ulteriore isolamento.

L’impatto emotivo della malattia

Gli sbalzi d’umore, già presenti nelle fasi iniziali, diventano più accentuati. Depressione, apatia, frustrazione e agitazione emergono con maggiore frequenza. Il paziente tende a chiudersi in sé stesso o reagire con ostilità, creando un forte impatto emotivo su chi si prende cura di lui. In questa fase diventa spesso necessaria l’assistenza per compiti quotidiani come lavarsi, vestirsi o mangiare.

Riconoscere i segnali iniziali dell’Alzheimer è fondamentale per accedere tempestivamente a trattamenti farmacologici e supporto. I farmaci come donepezil, rivastigmina e galantamina, prescrivibili nelle fasi iniziali, possono contribuire a rallentare il declino, migliorare la qualità della vita e prolungare l’autonomia. Questi medicinali agiscono aumentando i livelli di acetilcolina, migliorando la comunicazione tra le cellule cerebrali.

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La prevenzione comincia dal cuore

La scienza suggerisce che un cervello sano inizia da un cuore sano. Il NHS evidenzia l’importanza di uno stile di vita salutare per ridurre il rischio di Alzheimer: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, controllo della pressione, niente fumo e alcol con moderazione. Prendersi cura del sistema cardiovascolare è un investimento a lungo termine anche per la salute mentale.

Il morbo di Alzheimer è una malattia che colpisce l’individuo, ma anche chi lo circonda. La lenta evoluzione dei sintomi e la loro varietà rendono difficile un riconoscimento precoce. Tuttavia, sapere che ansia, confusione e cambiamenti dell’umore possono essere spie tanto significative quanto la perdita di memoria è il primo passo per intervenire in tempo. Informare e sensibilizzare è oggi più che mai una forma di prevenzione.