Ferie, approvata la riforma dal Governo: da ora hai diritto a 3 giorni liberi a settimana | Puoi anche accumularli

Giorni di riposo (cataniaoggi.it-pexels)

Alcuni lavoratori hanno diritto a questi permessi speciali, puoi metterli insieme e riposarti

I permessi previsti dalla Legge 104 del 5 febbraio 1992 sono strumenti che consentono ai lavoratori disabili o a coloro che assistono familiari disabili in situazione di gravità di astenersi dal lavoro pur continuando a percepire la retribuzione. Si tratta di permessi retribuiti, rapportati all’orario giornaliero, che possono essere fruiti in ore o in tre giorni mensili, frazionabili secondo le necessità del lavoratore. L’obiettivo è garantire il supporto necessario sia alla cura della propria persona, nel caso di lavoratori disabili, sia all’assistenza dei familiari, in qualità di caregiver.

I destinatari dei permessi Legge 104 sono tutti i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, assicurati presso l’INPS, che abbiano un’invalidità grave o assistano un familiare con disabilità grave. Possono usufruirne i genitori di figli disabili, il coniuge, conviventi di fatto, parenti o affini fino al secondo grado in determinate condizioni. L’accesso ai permessi è subordinato all’accertamento dell’invalidità grave secondo i criteri stabiliti dalla Legge 104 e dai decreti più recenti in materia di disabilità.

Alcune categorie di lavoratori non possono beneficiare dei permessi Legge 104, tra cui lavoratori autonomi, parasubordinati, domestici, agricoli a giornata o a domicilio. Inoltre, se la persona disabile è ricoverata a tempo pieno in una struttura sanitaria, i permessi non spettano, salvo eccezioni certificate dai sanitari, come ricoveri temporanei o esigenze di assistenza specializzata fuori dalla struttura.

I lavoratori disabili in situazione di gravità possono fruire di permessi orari retribuiti, che ammontano a due ore giornaliere per orari pari o superiori a sei ore, e un’ora in caso di orario inferiore, oppure di tre giorni mensili frazionabili. È possibile cumulare i permessi per assistere più familiari, rispettando i limiti di parentela previsti dalla legge, e usufruire di permessi per se stessi anche contemporaneamente a quelli per i parenti.

Permessi per genitori e altri familiari

I genitori di figli disabili possono fruire dei permessi, con modalità differenziate in base all’età del minore, includendo anche il prolungamento del congedo parentale fino al compimento dei 12 anni. Il coniuge, conviventi di fatto, parenti e affini possono invece richiedere tre giorni di permesso mensile, frazionabili, e la fruizione può essere condivisa tra più aventi diritto, secondo le necessità di assistenza.

I permessi sono retribuiti sulla base della paga effettivamente percepita. I permessi a giorni vengono corrisposti integralmente, mentre quelli a ore sono calcolati proporzionalmente. Il prolungamento del congedo parentale è indennizzato al 30% della retribuzione. Il tetto massimo annuo aggiornato al 2025 è di 57.038 euro, pari a 125,82 euro giornalieri, come stabilito dalla circolare INPS n. 26 del 30 gennaio 2025.

Caregiver (cataniaoggi.it-pexels)

Controlli e responsabilità

Sia l’INPS sia il datore di lavoro possono verificare la corretta fruizione dei permessi, accertando che il lavoratore abbia effettivamente dedicato il tempo all’assistenza del disabile. In caso di uso improprio, sono previste sanzioni disciplinari che possono arrivare fino al licenziamento. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’assistenza può essere prestata anche al di fuori dell’orario lavorativo, senza limitazioni temporali rigidamente legate al turno.

La richiesta dei permessi Legge 104 avviene tramite domanda online all’INPS, con SPID, CIE o CNS, o tramite patronati. Dopo l’approvazione, la copia va inviata al datore di lavoro. La decorrenza dei permessi parte dalla presentazione della domanda, anche con certificato provvisorio, e in caso di verbale in revisione i benefici possono proseguire fino al completamento dell’iter sanitario, previo nuovo inoltro della richiesta. Part-time, contratti stagionali e riduzioni salariali richiedono un ridimensionamento proporzionale dei permessi spettanti.