CONFERMATO dagli chef – Utensili da cucina, se sono fatti così devi buttarli subito in pattumiera | Ti fanno ammalare
Utensili neri (cataniaoggi.it-pexels)
Plastica nera e rischi nascosti, lo studio che allarma scienziati e consumatori, ecco perché sono così pericolosi
Un recente studio pubblicato sulla rivista Chemosphere ha acceso i riflettori su una minaccia invisibile, ma molto diffusa, nelle nostre case. Si tratta degli oggetti realizzati in plastica nera, come utensili da cucina, contenitori per alimenti e persino giocattoli per bambini, che nell’85% dei casi analizzati contengono ritardanti di fiamma. Queste sostanze chimiche, spesso vietate da anni per la loro tossicità, continuano ad arrivare nelle nostre cucine e nelle mani dei più piccoli attraverso materiali riciclati non controllati.
Alla base del problema c’è l’origine della plastica nera, che spesso proviene dal riciclo di componenti elettronici. Questi ultimi sono trattati con ritardanti di fiamma per motivi di sicurezza, ma una volta riciclati finiscono in oggetti di uso quotidiano, dove non dovrebbero trovarsi. I sistemi di riciclaggio attualmente in uso non separano in modo efficace le plastiche trattate da quelle neutre, favorendo così la contaminazione diffusa e involontaria di nuovi prodotti destinati anche al contatto con alimenti.
Lo studio ha analizzato 203 oggetti domestici in plastica nera, scoprendo che il 65% conteneva una combinazione di ritardanti di fiamma bromurati e organofosfati. Si tratta di composti chimici associati a una lunga lista di effetti negativi sulla salute, tra cui cancro, disturbi endocrini e problemi neurologici. In alcuni prodotti, come una collana per travestimenti o una spatola da cucina, le concentrazioni di queste sostanze erano sorprendentemente elevate, con punte del 2,3% del peso complessivo.
Tra i composti individuati, uno in particolare ha destato grande preoccupazione: il decabromodifeniletere (decaBDE), un ritardante di fiamma vietato dall’Agenzia per la protezione ambientale statunitense già nel 2021. Nonostante il divieto, è stato trovato in diversi oggetti testati, con concentrazioni anche mille volte superiori al limite imposto dall’Unione Europea. Questo dimostra quanto siano inefficaci i controlli attuali lungo la filiera del riciclo e quanto facilmente sostanze proibite possano tornare in circolo.
Le conseguenze per i bambini e le famiglie
Uno degli aspetti più gravi dello studio riguarda la presenza di ritardanti di fiamma nei giocattoli per bambini. Considerando la tendenza dei piccoli a portare alla bocca gli oggetti con cui giocano, il rischio di assorbimento diretto di sostanze tossiche è elevato. Secondo la ricercatrice Megan Liu, autrice principale dello studio, si tratta di una falla gravissima nel sistema di protezione dei consumatori, che dovrebbe tutelare in primis le categorie più vulnerabili.
I ritardanti di fiamma non sono solo sostanze momentaneamente pericolose. Le ricerche dimostrano che si accumulano nel corpo umano e negli ecosistemi, risultando persistenti e bioaccumulabili. I danni possono manifestarsi nel tempo sotto forma di disfunzioni ormonali, problemi di fertilità, alterazioni dello sviluppo cerebrale e incremento significativo del rischio di alcuni tumori. Le evidenze raccolte nella letteratura scientifica confermano la gravità dell’esposizione anche a basse dosi.
Le responsabilità dei produttori e del sistema
Il messaggio lanciato dai ricercatori è chiaro: è urgente che produttori e gestori del riciclo assumano un ruolo attivo nel controllare le sostanze chimiche presenti nei materiali recuperati. Continuare a immettere sul mercato utensili da cucina o oggetti per bambini contenenti sostanze vietate è inaccettabile. La regolamentazione deve essere aggiornata, rafforzata e fatta rispettare in ogni fase del processo produttivo.
In attesa di normative più efficaci, i consumatori possono adottare alcune precauzioni. Gli esperti consigliano di evitare l’uso di utensili in plastica nera per cucinare o conservare cibo, preferendo materiali più sicuri come il legno, il metallo o il vetro. Anche per i giocattoli e altri oggetti d’uso quotidiano, è opportuno valutarne attentamente composizione e provenienza. L’obiettivo non è generare panico, ma promuovere una maggiore consapevolezza su ciò che utilizziamo ogni giorno senza pensarci troppo.