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Auto a noleggio (cataniaoggi.it-pexels)
Sicurezza stradale in Europa, in questo Paese europeo rischi la vita, qui si registra il più alto numero di decessi su strada
Un recente studio europeo sulla sicurezza stradale ha rivelato un quadro allarmante per alcuni Paesi del nostro continente. La Polonia emerge come il Paese più pericoloso in termini assoluti, con il numero più elevato di decessi annui causati da incidenti stradali tra il 2000 e il 2019. La ricerca, basata sui dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si concentra sulle morti medie annuali, mensili, settimanali e giornaliere, senza tuttavia tener conto della popolazione dei singoli stati analizzati.
In Polonia si registrano, in media, 5.112 decessi all’anno, corrispondenti a 426 al mese, 98 a settimana e ben 14 al giorno. Si tratta di un bilancio pesante che riflette una lunga serie di problematiche strutturali e comportamentali. Subito dopo troviamo l’Italia, con numeri solo lievemente inferiori: 5.034 morti l’anno e una media mensile di 419. Nonostante negli ultimi vent’anni vi siano stati miglioramenti significativi, questi dati confermano che le strade italiane rimangono tra le più pericolose del continente.
C’è tuttavia un segnale positivo che emerge dallo studio: in quasi tutti i Paesi europei i dati del 2019 sono nettamente migliori rispetto a quelli del 2000. In Italia, ad esempio, si è passati da 7.898 morti nel 2000 a 3.221 nel 2019, con una riduzione di oltre il 50%. Questo miglioramento è attribuibile all’adeguamento delle infrastrutture, all’evoluzione dei sistemi di sicurezza delle auto e a una maggiore sensibilizzazione dei cittadini.
La Grecia si colloca al nono posto in classifica, con una media annua di 1.476 decessi, ovvero 122 al mese. Tuttavia, a parità di popolazione, la situazione greca appare ancora più grave di quanto sembri. La Grecia, infatti, ha meno abitanti rispetto ad altri Paesi europei come Germania o Francia, eppure registra un numero comparabile di vittime, se non superiore in proporzione.
Un confronto impietoso con il resto d’Europa
Se si guarda al totale dei decessi in vent’anni, l’Italia e la Polonia sono affiancate da altri grandi Paesi europei come Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Nonostante popolazioni più numerose, questi ultimi hanno mostrato progressi più evidenti, portando a una maggiore riduzione delle vittime. In fondo alla classifica si trovano invece Stati con popolazioni molto piccole come il Lussemburgo, l’Islanda e Malta, con rispettivamente 45, 19 e solo 1 decesso all’anno.
Il confronto con il resto del mondo evidenzia un problema di proporzioni drammatiche. Paesi come l’Australia e il Canada, pur avendo numerose autovetture e una rete stradale vasta, registrano meno vittime rispetto a molte nazioni europee. Negli Stati Uniti si contano in media oltre 41.000 morti l’anno, ma la situazione si aggrava drasticamente in Asia: in India si registrano quasi 200.000 decessi ogni anno, mentre in Cina si superano le 270.000 vittime.
L’esempio estremo dell’Uganda
Tra i dati più sconcertanti spicca quello dell’Uganda, dove ogni giorno muoiono in media 28 persone a causa di incidenti stradali. Il dato più agghiacciante riguarda una strada in particolare, lunga appena 80 chilometri, sulla quale si registrano in media 39 vittime. Questo esempio mette in luce le disuguaglianze infrastrutturali tra i diversi continenti e la necessità di un intervento coordinato a livello internazionale.
Lo studio evidenzia l’urgenza di affrontare la sicurezza stradale come un tema centrale nella pianificazione urbana, nella politica dei trasporti e nella prevenzione. È evidente che la tecnologia e le infrastrutture hanno un ruolo fondamentale, ma è altrettanto necessario investire in educazione alla guida e sensibilizzazione. Ridurre drasticamente il numero di vittime è possibile, ma richiede impegno costante, risorse e volontà politica da parte di tutti i Paesi, dentro e fuori dall’Europa.