Condominio, se hai la cantina troppo piena ti multano a sangue: devi risarcire tutto il palazzo | La nuova legge
Condominio (cataniaoggi.it-pexels)
Accumulo di oggetti negli spazi condominiali: la condanna del Tribunale di Firenze al condomino accumulatore
Il fenomeno degli accumulatori seriali non riguarda solo le storie raccontate dalla televisione, ma può avere conseguenze concrete anche nella vita quotidiana dei condomini. È quanto emerso da una recente sentenza del Tribunale di Firenze (n. 1872/2025), che ha condannato un condomino per l’occupazione abusiva di spazi comuni. L’uomo aveva accumulato nel tempo una grande quantità di oggetti, al punto da rendere inaccessibili pianerottoli, cantine, la cabina elettrica e perfino la fossa extracorsa dell’ascensore.
Il Tribunale ha riconosciuto che tale condotta integra una vera e propria occupazione abusiva degli spazi condominiali. Secondo la normativa, ciascun condomino può servirsi delle parti comuni purché non alteri la destinazione del bene e non ne impedisca l’uso agli altri comproprietari. L’accumulo di oggetti, invece, ha determinato la sottrazione degli spazi al godimento collettivo, configurando quindi una violazione delle regole sancite dall’articolo 1102 del Codice civile.
La giurisprudenza della Cassazione ha più volte ribadito che l’uso della cosa comune non deve necessariamente coincidere in maniera identica per tutti i condomini. Tuttavia, non è consentito che l’uso più intenso o particolare di uno solo finisca per escludere quello degli altri. Quando l’appropriazione si traduce in una disponibilità esclusiva, si ha occupazione abusiva. Nel caso di Firenze, il Tribunale ha richiamato precedenti sentenze, tra cui la n. 4372/2015 e la n. 97/2021, confermando un orientamento consolidato.
Nel corso dell’istruttoria, il condominio è riuscito a dimostrare la violazione dei limiti imposti dalla legge. Le testimonianze hanno confermato che gli oggetti depositati impedivano l’accesso a zone cruciali come il vano ascensore e i contatori elettrici. La portinaia ha dichiarato che le masserizie avevano attirato scarafaggi e reso impossibili le operazioni di pulizia. Inoltre, il tecnico addetto alla manutenzione dell’ascensore ha segnalato l’impossibilità di accedere alla fossa, con evidenti rischi anche per la sicurezza.
I rischi per la sicurezza condominiale
La sentenza ha sottolineato non solo la violazione del diritto degli altri condomini a utilizzare gli spazi comuni, ma anche i pericoli connessi alla presenza di materiali accatastati in zone sensibili. Le normative sugli impianti vietano infatti di collocare oggetti infiammabili vicino alle aree di accesso agli ascensori. L’occupazione, quindi, non rappresentava solo un fastidio, ma anche una minaccia concreta alla sicurezza dello stabile.
Alla luce delle prove, il giudice ha accolto la domanda del condominio ordinando la rimozione di tutti gli oggetti depositati. È stato concesso un termine di quindici giorni dalla notifica della sentenza per provvedere allo sgombero, con facoltà per il condominio di intervenire direttamente a spese del responsabile qualora questi non adempia. Una decisione netta, volta a ripristinare la piena fruibilità degli spazi comuni.
La condanna al risarcimento
Oltre all’obbligo di rimuovere i materiali, il condomino è stato condannato a risarcire i danni per il mancato godimento degli spazi condominiali. L’importo stabilito dal giudice è pari a 3.800 euro, rivalutato e comprensivo di interessi compensativi e legali. La liquidazione è avvenuta in via equitativa, secondo quanto previsto dall’articolo 1226 del Codice civile, tenendo conto del disagio arrecato ai comproprietari e della durata della situazione.
La decisione del Tribunale di Firenze rappresenta un importante precedente per la gestione delle parti comuni negli edifici condominiali. Essa ribadisce che i diritti dei singoli devono sempre confrontarsi con quelli collettivi e che l’abuso di un condomino non può penalizzare gli altri. La sentenza evidenzia anche la necessità di garantire la sicurezza degli stabili, impedendo comportamenti che, oltre a ledere i diritti altrui, possono creare pericoli per l’intera comunità condominiale.