Scelta dei manager sanitari affidata a una commissione a tre: governo e opposizioni si scontrano sulla reale portata della novità.
La proposta del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, di introdurre una commissione tecnica per la selezione dei futuri direttori generali della sanità regionale apre un confronto politico acceso. Secondo il governatore, si tratta di una «svolta straordinaria» che garantirà un processo più rigoroso e trasparente, riducendo il peso della politica. Ma dalle opposizioni arrivano giudizi pesanti: «È solo fumo negli occhi». Il nuovo meccanismo prevede che i candidati vengano valutati da tre figure: una designata dalla Presidenza della Regione, una dall’Agenas e una dalla Conferenza dei Rettori. Questa commissione indicherà terne di nomi tra cui la politica sceglierà i nuovi manager delle aziende sanitarie.
Il capogruppo M5S all’Ars, Antonio De Luca, boccia senza appello la riforma: «Schifani spaccia per rivoluzione quello che è solo l’ennesimo tentativo di recuperare credibilità dopo le nomine fallimentari.
L’ultima parola sarà sempre della politica, e ciò non cambia nulla». De Luca ricorda inoltre le «promesse mancate» sui licenziamenti dei manager responsabili del flop sulle liste d’attesa: «È passato un anno e nessuno è stato rimosso».
Durissima anche la posizione del deputato Manlio Messina, che definisce la proposta «una toppa peggiore del buco». Per l’ex assessore, l’unico sistema davvero imparziale dovrebbe prevedere «la definizione dei requisiti tramite intelligenza artificiale, combinata con il sorteggio». Poi l’affondo politico: «Faccia un favore alla Sicilia: moralizzi davvero la situazione con le sue dimissioni». Schifani rivendica invece la bontà del modello e lo definisce «un segnale ai cittadini e al mondo sanitario». La scelta dei manager, sostiene, non potrà più essere condizionata solo dagli equilibri politici interni, ma sarà vincolata a una selezione tecnica più rigorosa.
Il dibattito rimane acceso. La riforma, pur presentata come un passo avanti nella trasparenza, evidenzia ancora la tensione tra l’indirizzo politico e la richiesta di una gestione sanitaria totalmente sottratta alle logiche di partito.
Sarà l’Aula dell’Ars, nelle prossime settimane, a stabilire se la Sicilia imboccherà davvero questa nuova strada o se, come sostengono le opposizioni, ci si trova solo davanti a un maquillage istituzionale.
