Meloni supera Craxi e punta al record di Berlusconi: “Il governo più longevo della Repubblica”

Con oltre settecento giorni a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni entra nel podio dei governi più duraturi della Repubblica. Superato Bettino Craxi, resta ancora lontano Silvio Berlusconi, primatista assoluto di longevità politica.

ROMA – Il governo guidato da Giorgia Meloni ha superato la soglia simbolica che lo colloca tra i più longevi della storia repubblicana, oltrepassando il traguardo fissato da Bettino Craxi e insediandosi al terzo posto nella classifica dei governi più duraturi d’Italia.
Per raggiungere Silvio Berlusconi, che resta saldo in cima con oltre 1.400 giorni complessivi, serviranno però ancora più di 300 giorni di mandato.

Un risultato che segna il consolidamento del primo esecutivo a guida femminile nella storia italiana e che porta la premier nel ristretto club dei governi di lunga durata, insieme ai due Berlusconi e, appunto, Craxi.

Ma se per l’ex leader socialista la stabilità era un fatto di disciplina politica e per Berlusconi un trofeo da esibire come un primato sportivo – «Mi resta la consolazione di essere stato il premier più longevo della storia repubblicana», ricordava il Cavaliere nel suo ultimo colloquio con Mario Calabresi – per Meloni la longevità ha un significato diverso: un misto di resistenza, controllo e narrazione.

La premier descrive spesso il suo ruolo come una missione gravosa, un sacrificio quotidiano: «Palazzo Chigi è la mia prigione», ha confidato in più occasioni. Tuttavia, dietro la retorica del peso della responsabilità, resta forte la dimensione simbolica della sua leadership, costruita anche sull’idea di un riscatto storico della destra italiana.

Diversi, i tempi e i contesti. Craxi non celebrò mai la propria durata al governo: nella Prima Repubblica vantarsi del potere sarebbe stato considerato poco elegante. Berlusconi, invece, trasformò la durata in un marchio personale, annotandosi orgogliosamente sulla propria agenda la definizione di “Numero Uno”.
Con lui la politica divenne spettacolo, e la longevità un elemento di performance.

Meloni, pur distante dal narcisismo del Cavaliere, non rinuncia a una dimensione enfatica: i richiami alla Storia, alla propria “comunità” e alla “missione nazionale” sono parte del suo linguaggio quotidiano.
La differenza, semmai, è nel contesto: oggi, la premier si trova a governare in un Paese dove non esistono alternative solide, e dove la sinistra – divisa e incerta – non riesce più nemmeno a rappresentare un’opposizione strutturata.

È anche questo vuoto politico ad aver consentito a Meloni di stabilizzare il suo governo, malgrado le tensioni interne al centrodestra.
E così, nel paradosso della politica italiana, la durata diventa di nuovo un metro di misura del potere, anche se non dice nulla sui risultati o sulla qualità del governo.
Il “campionato” dei giorni continua: la premier ha superato Craxi, ma il traguardo Berlusconi resta ancora lontano.