Le donne di Bellini: danza, parola e musica per raccontare il genio romantico
C’è un silenzio dietro la musica di Bellini, un vuoto sospeso che diventa respiro, fragilità, memoria. È da lì che parte Le donne di Bellini, lo spettacolo firmato da Domenico Iannone che questa sera, lunedì 22 settembre, alle 21 approda al Teatro Sangiorgi nell’ambito della quinta edizione del Bellini International Context. Sei figure femminili – la madre, l’amante, la musa, la sposa, la ribelle e la visionaria – emergono dal corpo delle danzatrici e dalle parole del compositore, trasformandosi in archetipi universali capaci di parlare al presente.
La produzione è realizzata dall’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana in collaborazione con alcune tra le principali istituzioni culturali dell’Isola.
Sul palco la Compagnia AltraDanza, con le interpreti Paola Altamura, Silvia Di Pierro, Marina Roselli, Elisa Carbone, Noemi Cassanelli e Rebecca Iannone. La voce recitante di Rocco Capri Chiumarulo darà vita allo stesso Bellini, attraverso testi tratti dai carteggi originali del compositore, rivelando pensieri, fragilità ed emozioni dell’artista catanese. La cura delle luci e della scena è affidata a Roberto De Bellis.
Brani simbolo come Casta diva da Norma e Qui la voce sua soave da I Puritani scandiranno il percorso coreografico e teatrale, in un dialogo continuo tra musica e movimento. L’obiettivo è restituire non solo la potenza drammatica delle figure femminili belliniane, ma anche il lato più intimo ed emotivo del compositore, che attraverso le sue “donne” raccontò amore, sacrificio, desiderio e identità.
Il coreografo Domenico Iannone racconta così la genesi del progetto: «La sfida più grande è stata ascoltare il silenzio dietro la musica. Le eroine di Bellini non sono solo personaggi operistici: sono stati d’animo, slanci, fragilità e resistenze. Trasformare tutto questo in gesto, senza cedere alla narrazione, ha richiesto un lavoro profondo sull’essenziale. Il corpo doveva diventare voce interiore, non solo forma estetica. Ho cercato di tradurre la tensione emotiva delle arie in movimenti che nascono da dentro, dal respiro e dalla memoria fisica».
Sulle sei donne che popolano lo spettacolo, Iannone aggiunge:
«Credo che Bellini fosse intimamente legato alla figura dell’amante: la donna sacrificata, dolente, pura e appassionata. Pensiamo a Giulietta, a Norma, a Elvira… sono personaggi che vibrano di un amore assoluto, spesso tragico. Nel nostro presente, però, credo sia la ribelle a emergere con forza: la donna che non accetta il ruolo imposto, che si oppone al destino. È un archetipo che oggi risuona in maniera potente e necessaria, e che ho voluto portare in scena con consapevolezza e rispetto».
Fondamentale anche il dialogo tra i diversi linguaggi scenici. «Ho voluto costruire un tessuto unico, dove danza, parola e musica fossero parti di un unico respiro narrativo – spiega Iannone –. La voce recitante che interpreta il suo amico e biografo Francesco Florimo non racconta solo la storia, ma entra in relazione con le danzatrici, le osserva, le evoca, a volte le teme! La musica – scelta tra le arie più significative – è stata trattata con rispetto ma anche con libertà, per lasciar emergere i silenzi, le sospensioni, gli interstizi. In questo modo, ho cercato di offrire un Bellini più umano, più vulnerabile, ma anche più vicino a noi».
Un progetto che, come ribadiscono gli organizzatori, intende parlare al pubblico di oggi con linguaggi diversi, offrendo un ritratto di Bellini lontano dalle celebrazioni formali e vicino alla sua natura più sensibile e visionaria.
Il Bellini International Context prosegue domani, martedì 23 settembre, sempre al Teatro Sangiorgi, con un nuovo appuntamento che arricchirà il cartellone della rassegna. Un’occasione ulteriore per vivere da vicino il mondo poetico e musicale del “Cigno catanese”, attraverso linguaggi e interpretazioni capaci di emozionare e sorprendere.