Lampedusa, due morti e decine di intossicati per idrocarburi: «Si fugge dall’inferno e si attraversa l’inferno»
Migranti (archivio)
Tragedie senza fine nel Mediterraneo centrale: due morti, decine di feriti gravi e 24 dispersi in tre giorni. Il racconto di Sergio Scandurra (Radio Radicale) getta luce su una settimana drammatica di naufragi e violenze in mare.
Due morti, almeno 14 migranti in condizioni gravissime e 91 superstiti sbarcati al molo Favarolo di Lampedusa. È questo l’ennesimo bilancio di una traversata disperata nel Mediterraneo centrale.
Un barcone di legno di 10 metri, partito da Zuara (Libia) e intercettato da un velivolo di Frontex, è stato soccorso dalle motovedette 301 e 336 della Guardia Costiera italiana a circa 16 miglia a sud dell’isola. A bordo c’erano uomini, donne e bambini provenienti da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Iran, Sudan, Pakistan e Somalia.
«Le due vittime – racconta Sergio Scandurra di Radio Radicale – sono morte per inalazione di idrocarburi, perché stipate sotto coperta in un ambiente saturo di fumi tossici e senza areazione. Molti dei naufraghi arrivano con ustioni gravi, causate dalla miscela di acqua salata e carburante».
Quattordici persone in condizioni critiche sono state evacuate d’urgenza verso Pantelleria, Palermo e Ragusa con elicotteri della Marina Militare. «Il numero degli intubati – aggiunge Scandurra – è salito nel corso della giornata. Lampedusa non aveva più risorse ospedaliere sufficienti e si è dovuto ricorrere al supporto delle basi sanitarie vicine».
«Venerdì scorso – continua Scandurra – c’è stato un altro naufragio a 60 miglia a sud-est di Lampedusa. Un’imbarcazione in vetroresina, partita da Coms, con 35 persone a bordo, è affondata: 11 superstiti e una salma di una donna somala. Mancano all’appello 24 dispersi».
Scandurra racconta poi «la vicenda incredibile dei 140 migranti partiti da Witten e sbarcati martedì a Pozzallo dopo essere stati attaccati da un’unità armata libica». «Si è trattato – spiega – di colpi di arma da fuoco e tentativi di speronamento contro persone inermi».
Secondo le informazioni raccolte da Radio Radicale, il pattugliatore coinvolto sarebbe la TBZ1, appartenente alle milizie della Cirenaica di Khalifa Haftar: «Non si tratta più dei mezzi forniti dall’Italia – precisa Scandurra – ma di pattugliatori veloci provenienti dai cantieri degli Emirati Arabi Uniti».
A Pozzallo, il senatore Antonio Nicita (PD) e il sindaco Roberto Ammatuna hanno visitato l’hotspot raccogliendo testimonianze: «Un minore di 15 anni è in fin di vita al Cannizzaro di Catania – riferisce Scandurra – un altro ha un proiettile alla gamba, un terzo è rimasto sfigurato al volto».
«Abbiamo chiesto a Frontex – aggiunge – un rapporto sull’accaduto o almeno un frame del video dell’aereo che ha documentato l’attacco, ma ci è stato risposto che non possono divulgare nulla per via delle indagini in corso».
Scandurra conclude: «Il paradosso è che, mentre a Bruxelles e Varsavia si tengono incontri ufficiali con i rappresentanti delle milizie di Haftar e del governo di Tripoli, si continua a trattare con chi spara sui migranti. Si fugge dall’inferno libico, ma si attraversa un altro inferno: quello del Mediterraneo centrale».