Enzo Bianco sul piazzale ex S. Marta, osservazioni e proposte per migliorarne la fruibilità

Sabato mattina mi sono recato in piazza ex ospedale Santa Marta per verificare di persona lo stato dell’area, al di là delle immagini ufficiali e delle cronache riportate. Ritengo infatti che vi siano diversi aspetti che meritano attenzione e che segnalo con spirito propositivo, lasciando a ciascuno la possibilità di condividere o meno queste riflessioni.

Le due vasche d’acqua a livello del suolo, pur gradevoli dal punto di vista estetico, appaiono poco sicure per la profondità, i bordi scivolosi e l’assenza di protezioni. Per ridurre i rischi, soprattutto per i bambini, sarebbe stato opportuno prevedere una recinzione, anche minima. L’ampia distesa di cemento, inoltre, tende a surriscaldare l’area e non favorisce il drenaggio delle piogge: una superficie in terreno battuto, come ormai adottata in molte città attente al verde urbano, avrebbe reso lo spazio più sostenibile.

Anche le panchine sollevano qualche perplessità: materiali e disposizione non sembrano studiati per offrire comfort, con tutte le sedute esposte al sole e nessuna collocata nel lato est, naturalmente ombreggiato. L’assenza di giochi per bambini, di spazi che favoriscano la socializzazione e di servizi igienici limita ulteriormente la vivibilità della piazza. Non sono presenti cestini dedicati alla raccolta delle deiezioni canine, e già si notano tracce di incuria.

Le due fontanelle disponibili non risultano adeguate per le persone anziane, poiché troppo basse e con getto rivolto verso il basso; una soluzione più funzionale sarebbe stata quella di installare fontanelle a vasca tonda con zampillo verso l’alto. Altro elemento critico sono i muri di cemento bianco che accompagnano l’accesso a Villa Villermosa: un impatto estetico poco armonioso rispetto al valore architettonico e storico del sito, con il rischio che diventino presto superfici destinate a scritte e imbrattamenti.

Preoccupano infine le condizioni della villa settecentesca, invasa da vegetazione incolta, sterpaglie e segni di degrado che fanno temere incendi o crolli. L’accessibilità incontrollata all’interno del complesso, senza adeguate protezioni, rappresenta un ulteriore elemento di rischio.

Sabato alle 11, in pieno giorno e nel weekend, ho registrato la totale assenza di visitatori, un segnale che invita a riflettere sulla reale attrattività del luogo. Le linee geometriche del progetto, rigide e poco armoniche, non restituiscono l’accoglienza che ci si aspetterebbe da uno spazio pubblico di tale importanza.

Domenica sono tornato insieme a Mario Crocitti, già consigliere comunale e sempre attento alla vita della città. Con lui abbiamo convenuto sull’opportunità di coinvolgere tecnici e architetti per elaborare proposte migliorative, almeno sotto il profilo della sicurezza. L’obiettivo è offrire un contributo positivo, nella convinzione che la città debba essere resa più vivibile e sicura per tutti.