Catania, la “Conta europea” mappa gli invisibili: volontari e università in azione

Rilevazione notturna nel capoluogo etneo per censire chi vive in strada. Decine di volontari, coordinate dall’Università di Catania, hanno percorso la città per raccogliere dati sul disagio abitativo e delineare politiche sociali più efficaci entro il 2030.

CATANIA – Le strade della città si sono trasformate in un laboratorio sociale a cielo aperto durante la “Conta europea delle persone senza dimora”, una rilevazione che coinvolge 35 città dell’Unione Europea con l’obiettivo di raccogliere dati scientificamente comparabili sulla condizione dei senzatetto. L’iniziativa, promossa dal Comune di Catania insieme all’Università degli Studi, al Centro di ricerca Laposs e alla FioPSD (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora), punta a fornire strumenti conoscitivi per contrastare l’esclusione sociale e abitativa entro il 2030.

Il coordinamento scientifico locale è stato affidato alla professoressa Maria Teresa Consoli, docente dell’Università di Catania e studiosa di sistemi di Welfare. «Non è un’indagine approfondita – spiega – perché non dobbiamo disturbare le persone senza dimora. Raccogliamo poche informazioni: età, genere, da quanto tempo vivono senza casa, se hanno mai avuto un’abitazione e alcune domande sulla salute. Serve a capire la dimensione reale del fenomeno».

I volontari, suddivisi in squadre, hanno battuto le vie cittadine e i punti di raccolta individuati — Caritas, Croce Rossa, Moschea della Misericordia, Sol.Co e Il Sentiero — per somministrare i questionari e registrare i dati. «La conta su strada – aggiunge Consoli – rappresenta solo la punta dell’iceberg: rileva le persone effettivamente senza casa, ma non include chi vive in condizioni di precarietà o grave disagio abitativo».

L’attività si è svolta tra le 19 e le 23, con un approccio discreto ma rigoroso. Le unità mobili hanno raggiunto strade, piazze, stazioni e dormitori, raccogliendo informazioni essenziali sul disagio urbano. L’indagine segue la classificazione europea ETHOS, che distingue tra chi vive stabilmente in strada, chi è ospitato temporaneamente in dormitori e chi usufruisce di servizi di bassa soglia.

Nel corso della rilevazione, i dati sono stati raccolti e verificati in tempo reale. A Catania il numero finale non sarà alto, ma rappresenterà solo una parte del fenomeno. Le stime precedenti indicano infatti migliaia di persone in condizioni di grave disagio abitativo nel territorio metropolitano.

Nei prossimi giorni la “Conta europea” proseguirà con approfondimenti nei dormitori e nei servizi di accoglienza notturna, dove saranno somministrati questionari più completi. «Il nostro compito – conclude la professoressa Consoli – è fornire dati affidabili e scientificamente validi. Poi spetta alla politica trasformarli in servizi e strategie di intervento. La conta è un modo per dare visibilità a chi vive ai margini e per comprendere quanto ancora resta da fare».

Il progetto europeo si propone di rendere visibile una realtà sommersa e spesso dimenticata, offrendo agli enti locali strumenti concreti per nuove politiche sociali e abitative.