Trantino: «Non permetteremo che Catania diventi il campo di battaglia dei clan»

Enrico Trantino

Il sindaco interviene dopo l’omicidio in corso Sicilia e le recenti sparatorie: “L’amministrazione non è in silenzio, ma al lavoro”

Catania è di nuovo sotto shock. L’omicidio del giovane parcheggiatore abusivo in corso Sicilia, avvenuto ieri mattina, si aggiunge alle sparatorie che da giorni insanguinano diversi quartieri della città, acuendo il dibattito sulla sicurezza e sul degrado urbano. A intervenire con fermezza è stato il sindaco Enrico Trantino, che in un’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia, oggi in edicola, ha voluto chiarire la posizione dell’amministrazione comunale. «È chiaro che le modalità operative sono di chi intende esercitare un controllo del territorio attraverso la sopraffazione e la violenza, secondo il classico schema dell’associazione mafiosa. Ma noi non impediremo che Catania diventi il campo di battaglia dei clan», ha dichiarato il primo cittadino.

Trantino ha spiegato che nessuno si è mai illuso che il modello mafioso fosse del tutto neutralizzato. «Le associazioni criminali non sono un fenomeno solo catanese o siciliano, ma un fenomeno a 360 gradi – ha detto – che non ha altro che una gestione intimidatoria degli interessi economici». Da qui la necessità di una risposta immediata e coordinata: «Con il supporto della procura, l’azione congiunta di prefettura e questura respingerà ogni tentativo di aggressione da parte della mafia».

Un punto critico resta il nodo dei parcheggiatori abusivi. Secondo Trantino, l’attuale normativa è troppo debole: «Fin quando rimarrà un illecito amministrativo previsto dal Codice della Strada, la possibilità di intervento è assolutamente fiacca. L’abusivo viene allontanato e dopo mezz’ora torna. È impensabile presidiare ogni luogo senza cambiare la legge». Per questo, il sindaco ha chiesto a Roma un inasprimento delle pene e lo spostamento delle sanzioni dal Codice della Strada al Codice Penale. Alle accuse di chi sostiene che l’amministrazione sia rimasta in silenzio, Trantino ha replicato: «L’amministrazione non sta in silenzio, ma da giorni interagisce quotidianamente con le forze dell’ordine. È evidente che non tutto può essere comunicato. Cosa avremmo dovuto fare? I proclami?».

Un messaggio netto, che arriva in un momento di forte tensione per la città, chiamata a fronteggiare un’escalation criminale che rischia di minare la sicurezza e la fiducia dei cittadini.