L’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo torna a parlare dello stato di salute della coalizione che sostiene il governo Schifani, dei rapporti turbolenti con alcuni alleati e dell’orizzonte del Movimento per l’Autonomia. Lo fa in un colloquio riportato da “Repubblica”, in cui alterna tattica e ironia: « Una cosa ci tengo che la scriva: che in questa chiacchierata ho riso più volte, non vivo la drammaticità del momento ». È il “solito Lombardo”: stratega, allusivo, pronto a fissare alcuni paletti per l’autunno politico.
Il leader autonomista individua tre dossier caldi — sanità, equilibri in Aula durante le ultime votazioni all’Ars e asse Cuffaro–Sammartino — su cui «la voce si farà sentire». Nelle scorse settimane, ricorda “Repubblica”, l’asse degli ex governatori Cuffaro e Lombardo ha polarizzato il centrodestra: da un lato Dc, Lega e area schifaniana, dall’altro Autonomisti con una parte consistente di Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia è rimasta defilata, anche per questioni giudiziarie interne. La tensione è esplosa sulle quattro volte in cui il governo è andato sotto in Finanziaria, tra accuse di “franchi tiratori” e sospetti di manovre occulte. « C’è stata una regia del Mpa d’accordo con le opposizioni», hanno attaccato dalla Dc; una lettura che il governatore Schifani sembra avere fatto propria. La replica di Lombardo resta netta: « Sopravvalutano il nostro ascendente e il nostro potere — commenta Lombardo, che all’Ars conta su quattro deputati — non ho visto una regia, piuttosto malesseri diffusi. Io comunque — sottolinea — non ho alcun rapporto personaleproblematico con Cuffaro, da lui semplicemente mi dividono valutazioni politiche. Su ieri, su oggi e su domani».
Sul domani degli Autonomisti, la bussola punta a Forza Italia. Dopo un anno di federazione (e la parentesi naufragata con la Lega), Lombardo guarda a un patto più strutturato, alla luce della svolta impressa da Tajani con l’elezione diretta dei segretari regionali. « Mi è stato chiesto di andare oltre il patto che già abbiamo — dice — serve una federazione più forte, più convinta e più coinvolgente. E anche a me pare opportuno. Ma solo a condizione che Schifani non solo sia d’accordo, ma che sia lui stesso a caldeggiarlo».
Capitolo nominhe e partecipate. In cima all’agenda post–ferie potrebbe tornare la guida di Ast (Azienda siciliana trasporti): dopo le dimissioni del presidente Alessandro Vergara e la convocazione del cda per il 29 agosto, i rumors su Luigi Genovese restano sospesi. Lombardo, però, raffredda i toni: «Ricopriamo la guida dell’Ast sin dal governo Musumeci, non mi risulta ci siano cambi di programma. Ma se così non fosse facciano pure, a settembre — conclude Lombardo — ci saranno cose più importanti da affrontare ».
Tra schermaglie e aperture, il messaggio politico che trapela — come riportato da “Repubblica” — è duplice: nessuna “regia occulta” sui voti in Aula, ma la rivendicazione di un ruolo decisivo degli Autonomisti negli equilibri di maggioranza; e, insieme, la disponibilità a rafforzare l’alleanza con Forza Italia, purché con il via libera esplicito del presidente Schifani.