“Il Pirata” al Teatro Massimo Bellini: un trionfo di musica, emozioni e belcanto
Albelo ha spiegato come la coerenza interpretativa non risieda nell’uniformità del timbro, ma nel rispetto delle peculiarità stilistiche: «Per l’aria di Tell, Asile héréditaire, bisogna trovare un equilibrio tra il lirismo e l’eroismo. È un personaggio di statura immensa, e la voce deve riflettere questa nobiltà d’animo, con un colore scuro e un fiato solido per le frasi lunghe e un’accentuazione drammatica, pur restando sempre all’interno di una linea di canto elegante. È l’unica opera di Rossini che tengo in repertorio proprio per questa sua unicità drammatica.
A te, o cara, dei Puritani, significa entrare in un universo completamente diverso. Qui la priorità assoluta è il legato, il controllo del pianissimo e la creazione di un arco melodico sospeso e quasi etereo. Bellini richiede una vulnerabilità e una purezza di suono che devono commuovere senza bisogno di grandi effetti. Infine, i brani dalla Lucia donizettiana rappresentano un ponte tra questi due mondi: da un lato, la scrittura richiede un’agilità fiorita e precisa tipica del virtuosismo, dall’altro, un intenso coinvolgimento drammatico. La coerenza, in questo viaggio, non sta nell’usare la stessa voce per tutti, ma nell’applicare lo stesso rigore e lo stesso rispetto per ogni stile».
Sul cuore del repertorio belliniano, il tenore ha aggiunto: «La sfida più grande, e al tempo stesso la bellezza di Bellini, risiede nella sua apparente semplicità. È una musica nuda, essenziale, che vive di pura melodia e di un’introspezione psicologica profondissima. Per restituirne l’emozione, non basta una tecnica ferrea – che pure è fondamentale – ma serve una vulnerabilità assoluta. Il cantante deve lasciare che la voce diventi lo strumento che gli permette di esprimere tutte le emozioni del personaggio. Il pubblico percepisce immediatamente questa sincerità».
Accanto a lui, Irina Lungu ha restituito un’Imogene intensa e tormentata. Al termine della serata ha raccontato la sua esperienza: «Allora, è andata molto bene stasera. Un personaggio di questa portata, con Imogene, molto profondo, molto complesso, difficile, molto impegnativo, ti lascia in qualche modo esaurita, anche mentalmente, emotivamente soprattutto. Si prosciuga emotivamente. E questa serata mi sento proprio prosciugata di aver dato tutto, ma profondamente soddisfatta di essere riuscita a dar vita a questo bellissimo personaggio in questa occasione».
Sulla scena finale ha aggiunto: «Sì, è molto drammatica. Innanzitutto, la concentrazione per sostenere le difficoltà tecniche di questa scena, perché è molto difficile, è una sfida per ogni soprano, tecnica. Ma poi, a parte questo, quando hai il controllo tecnico, la preparazione, ci si concentra moltissimo sul dare questa carica e non tralasciare una singola nota, una singola nota di tante che deve parlare del tuo personaggio, del suo profondo dolore di aver perso tutto nella vita, di aver perso l’amante, il marito, e non voler più vivere. E questo profondo dolore mi sembra di essere riuscita a descrivere».
Infine, Albelo ha concluso con una riflessione che suona come monito e invito alle nuove generazioni: «Credo che la lezione più bella e attuale sia proprio quella dell’umanità più autentica. In un’epoca così digitale e a volte distante, il melodramma ottocentesco ci mette di fronte, senza filtri, alle emozioni primarie che tutti condividiamo: l’amore, il dolore, la gelosia, la vulnerabilità. Queste musiche ci insegnano la profondità del sentire e il coraggio di esprimerlo senza paura. Non c’è algoritmo che possa catturare l’essenza di un lungo phrase di Bellini o la disperazione di un lamento donizettiano. È un invito, per i giovani soprattutto, a riconnettersi con la propria interiorità e a cercare la bellezza dei sentimenti».
Il maestro Fabrizio Maria Carminati ha definito Il Pirata «una delle opere più delicate e difficili di Bellini», sottolineando l’impegno straordinario richiesto agli interpreti e l’attesa di «una serata di grande impatto» come tributo al Bellini International Context. Sulla partecipazione del pubblico ha aggiunto con soddisfazione: «Il nostro teatro da tempo registra sempre il tutto esaurito, e anche questa sera ne sono molto contento».
Il Bellini International Context proseguirà con i prossimi appuntamenti: a Messina, il 24 settembre, il concerto di Paolo Fresu con Norma in Jazz e le performance dedicate alle scuole; fino al gran galà conclusivo del 28 settembre al Teatro Bellini di Catania. Un percorso che, ancora una volta, intreccia tradizione e innovazione, portando Bellini al centro della scena internazionale.