Catania, nuova ondata di violenza: vertice in Prefettura dopo omicidio e sparatorie
Paura e tensione a Catania dopo una serie di episodi che hanno riportato la città sotto i riflettori per l’emergenza sicurezza. In cinque notti consecutive nel centro storico si sono registrate sparatorie, culminate sabato scorso con l’omicidio di Alessandro Indurre, 40 anni, parcheggiatore abusivo, accoltellato a morte da un 37enne etiope suo rivale nella stessa zona. Una sequenza che ha alimentato preoccupazioni e polemiche, spingendo le istituzioni a convocare per mercoledì, a Palazzo Minoriti, una nuova riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con il prefetto Pietro Signoriello, il procuratore Francesco Curcio e il sindaco Enrico Trantino.
Sul tavolo la possibilità di rafforzare le misure straordinarie già previste dal protocollo “Alto impatto”. «Catania non è e non deve essere descritta come una città fuori controllo — ha sottolineato il prefetto — lo dico guardando ai risultati, anche se sono dati che possono apparire espressioni di burocrazia». Signoriello ha citato i dati più recenti sugli indici di delittuosità: meno 26% nei furti in abitazione, meno 22% nei furti ai danni di esercizi commerciali, meno 36% nei furti d’auto, meno 50% nelle rapine in banca e nei negozi. In totale, il calo registrato nell’ultimo semestre è del 21,27%.
Resta però alta l’attenzione sulle intimidazioni a colpi di pistola contro saracinesche e abitazioni. Il procuratore Curcio ha parlato di «frammentazione dei vari gruppi criminali che si contendono il principale interesse criminale che è la gestione delle piazze di spaccio», ipotizzando che la maggiore pressione investigativa stia provocando tensioni interne.
«È chiaro che queste cose non succedono per caso — ha ribadito Signoriello — C’è infatti una forte azione di prevenzione e contrasto sul territorio che si esprime nelle forme più ampie e su tutti i temi che hanno a che fare con la sicurezza. Le forze di polizia sono impegnate nella movida, negli esercizi di ristorazione, nei locali pubblici. Le cose avvengono non perché non ci sia controllo, ma perché evidentemente sta succedendo qualcosa sul piano criminale. Noi abbiamo piena fiducia che gli investigatori e la magistratura produrranno risultati e risposte forti».
Il prefetto si è soffermato anche sul fenomeno dei parcheggiatori abusivi: «Non c’è momento in cui in questa città non vengono organizzati servizi di censimento, controllo, contestazioni. Ma nonostante tutto questo è un fenomeno che non si riesce a estirpare». E ha concluso con una nota di realismo: «Tutto non si può prevenire». Quanto alla richiesta di impiegare più militari in città, avanzata dal sindaco, la replica è stata netta: «L’esercito ce l’abbiamo già. “Strade sicure” è una bella realtà e ne ho apprezzato l’utilità di impiego in altri contesti. Sarebbe meglio contare su più uomini? Sono abituato a lavorare con le risorse a disposizione».