Matteo Salvini - (cataniaoggi.it-social)
Si accende il confronto nella maggioranza sulla legge di bilancio. Fratelli d’Italia e Forza Italia alzano il tono e chiamano in causa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, mentre la Lega rilancia chiedendo di aumentare il contributo straordinario a carico delle banche.
«Citofonare Giorgetti» è l’ironia con cui il responsabile economico di Fratelli d’Italia, Marco Osnato, invita il Carroccio a confrontarsi con il proprio ministro. A fare eco, il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, che ribadisce: «L’accordo con gli istituti di credito lo ha siglato Giorgetti». Ma la Lega non arretra.
Matteo Salvini torna all’attacco contro il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che aveva contestato la nozione di “extraprofitti”. «Ogni lamentela delle banche è un miliardo in più che gli chiediamo» – ha dichiarato il vicepremier – «perché una parte dei loro utili è garantita dallo Stato, cioè dai cittadini». L’obiettivo, spiega, è aumentare il gettito da 4 a oltre 5 miliardi, «per finanziare assunzioni nelle forze dell’ordine, in sanità e per la rottamazione delle cartelle fiscali».
Ma Fratelli d’Italia frena: il contributo straordinario alle banche, approvato in estate, vale già circa 4 miliardi. Spingere oltre, sostengono i meloniani, rischia di irrigidire il sistema creditizio, penalizzando famiglie e imprese. Forza Italia condivide le perplessità. L’unica voce fuori dal coro è quella della ministra del Turismo Daniela Santanché, che difende invece la proposta di aumento della cedolare secca sugli affitti brevi: «Ha una sua ratio, è giusto che il Parlamento si esprima».
Nel frattempo, il Ministero dell’Economia lavora alle prime modifiche della manovra. I tecnici del Dipartimento Finanze, sotto la supervisione del viceministro Maurizio Leo, stanno rivedendo la norma sui dividendi per le partecipazioni societarie di minoranza. L’idea è di ridurre la soglia dal 10% al 5%, per attenuare l’impatto fiscale e rispondere ai malumori interni alla maggioranza.
Intanto il senatore Claudio Borghi, uno dei più vicini a Salvini, rilancia: «Sarà la Commissione Bilancio del Senato a decidere sull’aumento del contributo. Non chiediamo un centesimo in più ai cittadini, ma a chi ha realizzato cento miliardi di utili negli ultimi due anni».
In caso di resistenze, la Lega è pronta a proporre una tassa “alla spagnola”, basata su una percentuale secca dei margini di interesse e delle commissioni bancarie. «In Spagna – ricorda Borghi – le banche continuano a fare utili e il sistema regge». Il Carroccio intende destinare il nuovo gettito alla cancellazione dell’aumento fiscale sugli affitti brevi, «una misura che colpisce i piccoli proprietari che affittano un’unica casa per integrare il reddito».
Tra rimodulazioni di spesa, emendamenti e tensioni politiche, la manovra economica si prepara a un passaggio parlamentare tutt’altro che semplice. In attesa del nuovo vertice a Palazzo Chigi, la linea della Lega è chiara: «Nessun aumento di tasse per i cittadini, ma più equità da parte di chi ha guadagnato di più».
