Un piano per restituire vita ai borghi, valore alla terra e futuro ai giovani. Con 40 milioni di euro, la Regione Siciliana apre un nuovo capitolo: un bando che trasforma le aziende agricole in motori di ospitalità, cultura e sostenibilità.
È un progetto che parla di radici e di rinascita. Di un’agricoltura che non si limita a produrre, ma accoglie, educa e racconta la Sicilia autentica. Con la misura “Investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole”, la Regione punta a un obiettivo chiaro: far crescere un turismo che parte dai campi, attraversa i borghi e arriva al cuore delle comunità.
«È un investimento che crea valore e lavoro» – spiega il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Luca Sammartino. «Attraverso la diversificazione agricola possiamo dare nuova vita ai casali rurali, creare ospitalità diffusa, promuovere la filiera corta e valorizzare le aree interne. È un passo concreto verso un turismo esperienziale, capace di unire natura, tradizione e cultura».
Il bando mette a disposizione 40 milioni di euro con contributi fino al 60% a fondo perduto. Le risorse potranno essere utilizzate per aprire agriturismi, fattorie didattiche, spazi artigianali e progetti di ospitalità sostenibile. Le domande saranno presentabili fino al 5 febbraio 2026 sul portale Sian, e interesseranno l’intero territorio regionale.
Dietro i numeri, però, c’è una visione. Quella di una Sicilia che vuole trattenere i suoi giovani, che trasforma le aree interne da luoghi abbandonati a spazi di innovazione, che fa della terra una casa aperta. «Valorizzare il prodotto interno significa restituire dignità al lavoro agricolo e costruire un modello economico sostenibile» – aggiunge Sammartino –. «È un modo per dire che il futuro non è altrove, ma qui, dove la bellezza incontra il lavoro».
Il progetto, finanziato nell’ambito della Politica Agricola Comune 2023-2027, punta anche a rafforzare il legame tra le aziende e il territorio, integrando attività agricole, artigianali e culturali. Un modello che guarda al benessere, all’ospitalità diffusa e alla salvaguardia dei paesaggi rurali.
«La Sicilia ha tutte le carte per essere leader nel turismo esperienziale» – sottolinea l’assessore. «La sfida è saper coniugare tradizione e modernità, innovazione e memoria, custodendo l’identità che ci rende unici».
In un momento in cui l’Europa discute di riduzione dei fondi PAC, la Sicilia sceglie di investire. Perché ogni ettaro curato, ogni casale recuperato, ogni impresa che resiste rappresenta un seme di futuro. La terra, ancora una volta, si conferma il punto da cui ripartire.
