La Dc garantisce il sostegno alla manovra ma chiede al presidente Schifani un chiarimento politico immediato dopo l’approvazione della Finanziaria.

Il clima nella coalizione siciliana si fa sempre più teso alla vigilia del vertice di maggioranza convocato per discutere gli ultimi passaggi della Finanziaria regionale. La Democrazia Cristiana, estromessa dalla giunta dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Totò Cuffaro, ribadisce la lealtà fino al voto sulla manovra ma chiede un confronto diretto con il governatore Renato Schifani per ridefinire il proprio ruolo nell’esecutivo.

La linea è stata confermata dal gruppo parlamentare Dc, che oggi si riunisce a Palazzo dei Normanni mentre gli alleati si incontrano a Palazzo d’Orléans. Alla riunione sarà presente anche il deputato Carmelo Pace, dopo che il gip ha respinto la richiesta di arresto nei suoi confronti. «Nessuna fuga in avanti su quanto concordato», ha chiarito il segretario regionale Stefano Cirillo, precisando che da gennaio sarà necessario stabilire se la Dc resterà dentro o fuori dalla giunta. Cirillo ha inoltre sottolineato che, secondo l’ordinanza del gip, «cade il teorema dell’esistenza di un’associazione a delinquere intorno alla Dc».

La questione principale riguarda la restituzione delle deleghe revocate agli ex assessori Nuccia Albano e Andrea Messina, oggi al centro dell’interesse di altre forze della coalizione, in particolare del Mpa. Pressioni arrivano anche da Forza Italia, che chiede un rimpasto per sostituire gli assessori tecnici Daniela Faraoni e Alessandro Dagnino.

Nel tentativo di mostrare compattezza dopo l’arresto del fondatore, la Dc ha organizzato il 6 dicembre un incontro a Messina sulle politiche per gli enti locali. Nell’occasione è stata ufficializzata l’adesione del consigliere di circoscrizione Giovanni Donato. Presente anche l’ex assessora Albano, mentre hanno fatto rumore le assenze della presidente regionale Laura Abbadessa e dell’ex eurodeputata Francesca Donato, che avevano preso le distanze dopo le richieste di arresto.

Anche all’Ars si registrano movimenti: da settimane è aperto un confronto tra la deputazione Dc e il segretario regionale dell’Udc, Decio Terrana. Tuttavia, tutto resterà congelato fino al voto sulla manovra. «Il gruppo Dc ha piena autonomia rispetto alle dinamiche del partito», ribadisce Ignazio Abbate.

Nel testo della Finanziaria uscito dalla commissione Bilancio, lo Scudocrociato risulta ben rappresentato: 5 milioni di euro l’anno per tre anni in borse di studio agli specializzandi dell’area sanitaria non medica, 3 milioni l’anno per l’apertura di tre centri dedicati alla legge Dopo di noi a Palermo, Catania e Ragusa, un milione per i teatri minori, fondi per la Crias artigianato e per l’agricoltura, oltre alla norma condivisa sul monte ore dei Forestali.

Non vi sarebbe invece copertura per il passaggio a tempo pieno dei quasi 3 mila precari della Sas, tema sostenuto anche da esponenti di Noi Moderati e Lega. Intanto l’opposizione si prepara a un confronto serrato: il Pd ha annunciato un esposto alle nove procure siciliane sulla gara Seus 118, aggiudicata con un ribasso del 99,5% e sospesa dopo i rilievi dell’Anac.

Oggi in aula è attesa la discussione generale della manovra, mentre gli autonomisti chiedono di visionare il testo integrale per verificare la paternità di alcune misure. Nel frattempo, Schifani porterà in giunta un provvedimento per il trasferimento di personale verso il dipartimento Rifiuti, al fine di accelerare il piano sui termovalorizzatori dopo le criticità segnalate dalla Corte dei Conti.