Catania ricorda l’avvocato Serafino Famà nel trentennale della morte: una piazza e un parco a suo nome
Nel trentennale dell’assassinio dell’avvocato penalista Serafino Famà, la città di Catania ha reso omaggio a un uomo simbolo di legalità e coraggio civile, intitolandogli una piazza e un parco. Una cerimonia intensa, segnata dai ricordi dei figli Flavia e Fabrizio e dalle parole commosse del sindaco Enrico Trantino: “Serafino è stato un uomo giusto, un simbolo della libertà del diritto”.
All’evento, che si è aperto ieri al centro fieristico Le Ciminiere su iniziativa della Camera Penale di Catania, hanno partecipato numerose personalità del mondo forense, istituzionale e civile. Presenti il sindaco Enrico Trantino – anche in qualità di familiare del compianto padre Enzo Trantino, maestro dell’avvocato Famà – i figli del penalista, Flavia e Fabrizio, e i familiari dell’avvocato Nando Sambataro, amico fraterno di Serafino e compagno di studi. Oggi, nella seconda giornata di commemorazioni, è stata scoperta la targa che ufficialmente intitola il piazzale e il parco alla memoria di Serafino Famà.
Una cerimonia semplice ma carica di significato, capace di riunire la città nel ricordo di chi, trent’anni fa, pagò con la vita la propria coerenza professionale. “Io dissi: andiamo a vedere cos’è successo. Mio fratello mi rispose: no, andiamo a casa, può essere una cosa pericolosa, mamma e papà ci stanno aspettando. Invece, quando poi siamo tornati, nostro padre non c’era più. E hanno cominciato a telefonare parenti, amici, tutti quelli che avevano già sentito la notizia. E da lì è cambiato tutto.” Con queste parole, Flavia Famà – ha ricordato il padre in un itervista – la sera del 9 novembre 1995, quando Serafino fu assassinato con sei colpi di pistola in piazzale Sanzio. Lei aveva tredici anni, suo fratello Fabrizio ne aveva venti. Un dolore che, nel tempo, si è trasformato in testimonianza e in impegno civile, condiviso da un’intera comunità.
Serafino Famà venne ucciso per aver consigliato a una sua assistita di non testimoniare in favore del boss mafioso Giuseppe Di Giacomo, figura di spicco del clan Laudani. Un gesto di rettitudine, di rispetto per la legge e per la deontologia, che i criminali interpretarono come un affronto. La verità sulle responsabilità dell’omicidio emerse solo due anni dopo, nel 1997, grazie alle rivelazioni del collaboratore di giustizia Alfio Giuffrida, che indicò nei vertici dei Laudani i mandanti e in Di Giacomo il reggente che ordinò l’esecuzione. “È stato ucciso solo per aver fatto il proprio dovere”, scrissero i giudici nella sentenza che condannò i responsabili.
Trent’anni dopo, la Camera Penale di Catania – oggi intitolata a Serafino Famà – ha voluto onorarlo con due giornate di riflessione dedicate alla libertà della difesa, alla funzione etica dell’avvocatura e alla responsabilità civile della memoria. “Hanno pensato di spegnere quella voce, ma non ci sono riusciti”, si legge nella nota dell’associazione forense. “Famà è stato un combattente per un’idea liberale del processo penale, centrata sull’uomo e sul rispetto della legge.”
Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato anche numerosi rappresentanti delle istituzioni. “Serafino Famà ha difeso la legalità fino al sacrificio estremo – ha detto il sindaco Trantino. Io lo chiamavo affettuosamente ‘zio’, perché lo conoscevo da bambino, nello studio di mio padre. Era un uomo giusto, un esempio di fedeltà al diritto e alla propria coscienza. Oggi la città gli rende onore, non solo con una targa ma con un luogo vivo, un parco che porta il suo nome accanto a quello del giudice Giovanni Falcone. Due uomini diversi, ma uniti da un unico ideale: quello della giustizia.”
Nel suo messaggio, Fabrizio Famà: “Sono stati due giorni intensissimi e densi di emozioni. Siamo stati circondati da affetto e riconoscimenti indiscussi. Ringrazio di cuore tutti, in particolar modo chi ha trovato anche pochi minuti per essere presente, per testimoniare la propria vicinanza. Serafino vive sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori.” Oggi Catania non ha solo ricordato un avvocato, ma ha restituito un volto alla memoria collettiva. Serafino Famà, con la sua lezione di coerenza e coraggio civile, resta un punto fermo nella coscienza della città: un simbolo di quella Sicilia che sceglie, ogni giorno, di stare dalla parte della legge e della verità.
