Palermo, inchiesta su appalti e concorsi: chieste 18 misure cautelari
Maurizio de Lucia
Tangenti, favori e nomine pilotate: la Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia, chiede gli arresti domiciliari per diciotto persone, tra cui l’ex governatore Totò Cuffaro e il deputato Saverio Romano. Coinvolti dirigenti pubblici e imprenditori.
Nel cuore della burocrazia siciliana si allarga l’inchiesta della Procura di Palermo. I magistrati hanno chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui Totò Cuffaro ed Saverio Romano di Noi Moderati. L’indagine dei Carabinieri del Ros ipotizza corruzione, turbata libertà degli incanti e associazione per delinquere.
Secondo gli inquirenti, un sistema di favori e scambi di utilità avrebbe alterato la “gara ausiliariato” dell’ASP di Siracusa e un concorso a 15 posti per operatori socio sanitari dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Nel mirino anche Giuseppe Tomasino, direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Siciliana, che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto somme da un imprenditore tramite Cuffaro e Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia Cristiana all’Assemblea regionale siciliana. L’ex presidente sarebbe stato un intermediario politico in cambio di vantaggi. A Siracusa il direttore generale Alessandro Maria Caltagirone avrebbe favorito una società con subappalti e miglioramenti contrattuali a personale segnalato. Tra gli intermediari citati Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello e Saverio Romano.
Un secondo filone riguarda il concorso a Villa Sofia-Cervello: sarebbero stati favoriti alcuni candidati con il coinvolgimento di Roberto Colletti e Antonio Iacono, presidente della commissione. A fronte delle anticipazioni delle tracce ai candidati segnalati, secondo la ricostruzione,tramite Giuseppe Raso, Colletti avrebbe ottenuto la conferma a direttore generale e Iacono la promessa di guida dell’Unità di Anestesia e Rianimazione.
Carmelo Pace ha annunciato l’autosospensione dalla Commissione d’inchiesta e vigilanza su mafia e corruzione, dichiarando estraneità ai fatti e fiducia nella Magistratura. Saverio Romano ha definito la richiesta di arresto un “orrore giuridico” e ha annunciato una conferenza stampa per chiarimenti. Il quadro che emerge intreccia sanità, amministrazione pubblica e politica regionale, riaccendendo il dibattito su corruzione, meritocrazia e trasparenza nella gestione di concorsi e appalti.
Dal canto suo, Saverio Romano, in un videomessaggio diffuso da Roma, ha definito la richiesta del suo arresto un “orrore giuridico”. «Non c’è una mia conversazione con gli indagati – ha detto – e le prove indicate non sarebbero sufficienti nemmeno per un’iscrizione nel registro degli indagati». L’ex ministro ha annunciato che terrà una conferenza stampa nei prossimi giorni per “spiegare tutto”, rivolgendosi ai “pennivendoli” e agli “sciacalli” dei social. «Non tutti i giornalisti sono uguali – ha aggiunto – ma chi scrive senza conoscere i fatti dovrà avere pazienza. Il dibattito lo faremo pubblicamente».
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
