Palermo, seduta aperta dell’Antimafia Ars allo Zen: priorità a legalità e diritti dei residenti
“Siamo qui oggi per suscitare una scintilla che permetta allo Zen di Palermo di salvare se stesso.” Con queste parole il presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici, ha aperto la seduta pubblica tenutasi oggi nel quartiere palermitano, alla presenza del Comune, delle autorità civili e militari, delle scuole, dei sindacati e dei residenti.
Un incontro che, nelle intenzioni della Commissione, rappresenta l’avvio di un percorso condiviso per restituire dignità e sicurezza a un quartiere troppo a lungo abbandonato. “Per vent’anni – ha sottolineato Cracolici – abbiamo tollerato che lo Zen diventasse una piazza di spaccio. Smantellarla è una priorità, insieme con la necessità di garantire il diritto alla salute a migliaia di residenti che dispongono di un solo ambulatorio gestito da volontari.”
Cracolici ha denunciato la condizione di invisibilità sanitaria di molti abitanti: “Gli occupanti abusivi non risultano all’anagrafe sanitaria e non possono neppure prenotare un esame al Cup.” Altre criticità riguardano la mancanza di illuminazione pubblica e la chiusura da oltre dieci anni delle palestre scolastiche dei due plessi del quartiere.
Il tema dell’emergenza abitativa è stato al centro del dibattito, alla presenza dei rappresentanti dell’Istituto Autonomo Case Popolari. “Occorre vincere inerzie e pigrizie reciproche – ha ribadito Cracolici – per dare una casa a chi ne ha diritto. Se non agiamo su questi fronti perdiamo la battaglia sulla prevenzione.”
Un allarme che guarda oltre Palermo: “Sta crescendo una generazione attratta dai modelli culturali di Cosa nostra e che sceglie di uscire armata. Serve una strategia comune per non abbandonare le periferie ad alto rischio sociale, anche in città come Catania e Messina.”
Alla seduta hanno partecipato anche i deputati regionali Fabio Venezia, Roberta Schillaci, Bernadette Grasso e Marianna Caronia. “Questa non sarà un’iniziativa episodica – ha concluso Cracolici – ma un percorso continuativo. Per contrastare la cultura mafiosa servono strumenti specifici e l’impegno costante di tutti.”
