Buoni fruttiferi postali, l’annuncio shock di Poste Italiane: avete perso tutto, bruciati anni di risparmi | Correntisti col veleno negli occhi

Buoni postali - fonte Federconsumatori - (cataniaoggi.it)

Buoni postali – fonte tgposte.it – (cataniaoggi.it)

Buoni fruttiferi postali, la vicenda della Puglia che può cambiare tutto, dal ritrovamento alla denuncia

I buoni fruttiferi postali, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati da Poste Italiane, rappresentano da decenni uno degli strumenti di risparmio più diffusi tra le famiglie italiane. Si tratta di titoli garantiti dallo Stato, caratterizzati da rendimenti modesti ma sicuri, privi di costi di sottoscrizione e generalmente percepiti come un “salvadanaio” affidabile. Ogni buono ha una serie, una durata e una data di scadenza, elementi indispensabili per calcolare gli interessi maturati e conoscere i termini per richiederne il rimborso.

Ed è proprio attorno a queste informazioni che si concentra la controversia emersa in Salento. Una famiglia salentina ha rinvenuto, dopo oltre vent’anni, sedici buoni postali da dieci milioni di lire ciascuno, sottoscritti tra il 2000 e il 2001. I titoli erano stati nascosti in un mobile e mai riscossi. Al momento della richiesta di rimborso, però, Poste Italiane ha negato ogni pagamento, sostenendo che i buoni risultassero ormai prescritti. Secondo la società, i dieci anni previsti per il rimborso erano già ampiamente decorsi.

Gli eredi non hanno accettato la posizione di Poste e hanno deciso di rivolgersi al Tribunale civile di Lecce. La loro tesi si fonda su un punto cruciale: i buoni rinvenuti non riporterebbero alcuna indicazione chiara sulla serie, sulla durata e sulla scadenza. In mancanza di questi dati obbligatori, sostengono i legali, non sarebbe stato possibile per i risparmiatori calcolare i termini entro cui esercitare il diritto al rimborso. Di conseguenza, non si potrebbe far decorrere alcuna prescrizione.

La somma richiesta dagli eredi non è marginale: tra capitale investito, interessi maturati, rivalutazioni monetarie e accessori, l’ammontare sfiora i 200 mila euro. Ma al di là della cifra, ciò che rende il caso particolarmente rilevante è l’effetto domino che una decisione favorevole potrebbe innescare. Se i giudici dovessero riconoscere la fondatezza delle ragioni dei risparmiatori, numerosi altri buoni dichiarati prescritti potrebbero tornare in discussione.

Trasparenza e obblighi informativi

“Il risparmiatore deve poter capire dal titolo stesso quando e come esercitare il proprio diritto” sottolinea l’avvocato Giovanni Chiffi, legale della famiglia. Secondo questa linea, Poste Italiane avrebbe violato i doveri informativi già previsti dalla normativa dell’epoca, consegnando titoli incompleti e dunque non idonei a garantire la trasparenza necessaria. Una mancanza che, secondo gli eredi, non rappresenterebbe un dettaglio formale, ma un vizio sostanziale in grado di invalidare il meccanismo stesso della prescrizione.

Il caso salentino non è isolato. In tutta Italia si contano numerose vicende simili di buoni postali “dormienti”, cioè titoli mai riscossi e poi dichiarati prescritti. Secondo i dati dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, solo tra il 2018 e il marzo 2022 sono arrivate oltre 713 mila segnalazioni relative a buoni caduti in prescrizione e non rimborsati. Una cifra impressionante che fotografa la portata del fenomeno.

Buoni postali – fonte tgposte.it – (cataniaoggi.it)

Le sanzioni a Poste Italiane

Nel 2022 Poste Italiane è stata già sanzionata dall’Antitrust per due pratiche commerciali scorrette proprio in relazione ai buoni fruttiferi. Le multe ammontano a 560 mila euro e 840 mila euro rispettivamente. L’Autorità ha contestato la scarsa chiarezza nella gestione e nella comunicazione dei prodotti di risparmio, elementi che alimentano il malcontento dei risparmiatori e aprono a nuove cause legali.

La prima udienza del processo davanti al Tribunale civile di Lecce è fissata per gennaio 2026. Da lì partirà un percorso giudiziario che potrebbe incidere profondamente non solo sul destino dei sedici buoni salentini, ma sull’intero sistema del risparmio postale. Se le ragioni della famiglia dovessero prevalere, il principio affermato avrebbe un impatto dirompente su migliaia di altri casi simili, ponendo al centro del dibattito la trasparenza e la tutela del risparmio, valori che hanno sempre rappresentato la ragion d’essere dei buoni fruttiferi postali.