La chiamano “l’Alcatraz italiana”: l’isola che nessuno ti ha fatto mai studiare in geografia, cancellata dalle mappe | Una vergogna di stato

Carcere sull'isola di Gorgona (cataniaoggi.it-greenreport)

L’isola-prigione che quasi nessuno conosce, l’ultima “Alcatraz” italiana che ancora oggi ospita detenuti 

In Italia esiste una sorta di “Alcatraz” nostrana: la Casa di reclusione di Gorgona, situata nel Mar Ligure al largo delle coste di Livorno, in Toscana. L’istituto ospita circa 70 detenuti che partecipano a un percorso riabilitativo basato su attività agricole, allevamento e lavori di falegnameria. Gorgona rappresenta l’ultima isola-penitenziario ancora attiva nel Paese, dopo secoli in cui numerose isole italiane sono state utilizzate per confinare criminali, oppositori politici e persone indesiderate dalla società.

L’isola di Gorgona, con i suoi 2,23 km², è la più piccola dell’Arcipelago Toscano, che include anche Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa e Giannutri. Si trova a circa trenta chilometri dalla costa livornese ed è frazione del Comune di Livorno. L’isola è stata abitata fin dal Neolitico e nel corso dei secoli è stata coinvolta nei traffici e nelle attività marinare del Mediterraneo. Sul finire del XIX secolo, Gorgona è stata trasformata in colonia penale come sede distaccata dell’istituto di Pianosa.

L’intera isola è a disposizione dell’istituto penitenziario, mentre un piccolo centro abitato sorge vicino al porto, sul versante orientale. Il resto dell’isola, caratterizzato da terreni montuosi, ospita vigneti, uliveti, pascoli e vegetazione spontanea, in particolare macchia mediterranea. La struttura detentiva è suddivisa in due sezioni principali: Capanne, la più grande, e Transito, destinata ai detenuti impegnati in lavori esterni.

All’interno del carcere sono presenti aree ricreative, un campo da calcio, una biblioteca, sale hobby, una palestra e spazi dedicati ad attività culturali e lavorative. L’obiettivo principale è il percorso riabilitativo, che punta a sviluppare competenze utili per il reinserimento sociale dei detenuti. La vita quotidiana è scandita da impegni lavorativi, attività educative e momenti di svago.

Attività lavorative e produzione

Il lavoro è un elemento centrale della riabilitazione. I detenuti partecipano a corsi e attività legate all’agricoltura, viticoltura, allevamento, cura degli animali, manutenzione e falegnameria. I prodotti ottenuti, come olio, vino, formaggi e pane, vengono impiegati per altre produzioni artigianali, creando un sistema di autogestione e sviluppo delle competenze.

Per motivi di sicurezza, l’isola non è accessibile con mezzi privati. Gli spostamenti avvengono tramite traghetti autorizzati e mezzi della Polizia Penitenziaria. Tuttavia, è possibile visitare Gorgona a scopo turistico, previa prenotazione, con un limite massimo di 100 visitatori al giorno. Le escursioni sono organizzate in collaborazione tra Pubblica Amministrazione ed Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Isola di Gorgona (cataniaoggi.it-greenreport)

Valore storico e naturalistico

Oltre all’aspetto penitenziario, l’isola presenta interessanti risorse storico-culturali, come le due antiche torri, Torre Vecchia e Torre Nuova. Il territorio è inoltre ricco di ambienti naturali incontaminati, con fondali e spazi protetti, parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che tutela flora, fauna e habitat marini.

La Casa di reclusione di Gorgona rappresenta un esempio unico in Italia di carcere su isola, dove la detenzione si combina con attività produttive e formative. La struttura coniuga sicurezza e riabilitazione, offrendo ai detenuti la possibilità di apprendere mestieri, vivere a contatto con la natura e prepararsi al reinserimento nella società, preservando al contempo il patrimonio storico e naturale dell’isola.