Esame di maturità, passa la riforma: dall’anno prossimo si farà così | Cambia tutto all’orale, sarà un bagno di sangue
Esami di maturità (cataniaoggi.it-pexels)
Via libera alla riforma della Maturità, con il nuovo modello del colloquio orale nessuno potrà saltarlo
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma dell’esame di stato, che d’ora in avanti prenderà il nome di esame di maturità. La riforma introduce modifiche significative sia per le prove finali sia per l’organizzazione dell’intero anno scolastico, coinvolgendo studenti, docenti e istituti. L’obiettivo dichiarato è rendere l’esame più coerente con la crescita personale e le competenze dello studente, garantendo al contempo maggiore sicurezza e trasparenza.
Una delle novità più attese riguarda l’orale, che sarà più snello e mirato. Sparisce il documento conclusivo, spesso fonte di ansia tra gli studenti, e la discussione si concentrerà su quattro discipline individuate ogni anno a gennaio. La riforma prevede anche che non sia consentito il “silenzio strategico”: chi rifiutasse deliberatamente di rispondere alle domande della commissione rischierebbe l’esclusione dall’esame.
Sul fronte scritto restano confermate due prove, ma la valutazione non si limiterà a misurare conoscenze e competenze. Il ministro Valditara ha sottolineato che si terrà conto anche della crescita personale dello studente, includendo autonomia, senso di responsabilità e impegno in attività sportive, culturali o sociali. L’esame diventa così uno strumento di valutazione più completo, che valorizza anche esperienze extra-curriculari.
I commissari, due interni e due esterni per ciascuna coppia di classi, più il presidente esterno, seguiranno una formazione specifica. Avranno inoltre la possibilità di assegnare fino a tre punti bonus a chi raggiunge un punteggio massimo di 97, con un meccanismo simile a quello adottato nelle lauree universitarie. Questo sistema mira a premiare l’impegno e la preparazione eccellente degli studenti.
Gestione dei punteggi e prove Invalsi
Un’altra novità riguarda la comunicazione dei risultati: i voti delle prove scritte non saranno più resi noti subito dopo la correzione, ma soltanto al termine dell’orale. La motivazione è preservare la tranquillità dello studente e garantire che i giudizi sugli scritti non influenzino l’atteggiamento durante il colloquio. Anche i risultati delle prove Invalsi entreranno nel curriculum solo dopo la conclusione dell’esame.
La riforma tocca anche altri aspetti della vita scolastica. Gli studenti che cambiano indirizzo dovranno sostenere un esame integrativo prima dell’inizio delle lezioni, mentre nel biennio iniziale saranno previsti percorsi di supporto mirati. Inoltre, chi riporta almeno la sufficienza nella condotta sarà chiamato a realizzare un elaborato critico sul tema della cittadinanza attiva, che contribuirà allo scrutinio finale.
Nuove denominazioni e sperimentazioni
I Pcto diventano “formazione scuola-lavoro”, mentre la sperimentazione del modello 4+2 nella filiera tecnologico-professionale diventa ordinamento stabile. Questi cambiamenti mirano a rendere più chiara e funzionale la didattica, collegando in modo più diretto scuola e mondo del lavoro.
Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza nelle gite scolastiche: i mezzi utilizzati dovranno rispettare standard più elevati, come la frenata assistita, per prevenire incidenti. Infine, la riforma prevede risorse aggiuntive per il personale scolastico, con uno stanziamento di 240 milioni di euro una tantum per il rinnovo contrattuale e ulteriori 15 milioni per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa anche ai docenti precari.